La situazione del mercato della cantieristica navale è tutt'altro che tranquillizzante. Inaugurando ieri sera ad Amburgo la manifestazione SMM 2002 (Shipbuilding, Machinery & Marine Technology International Trade Fair), il commissario europeo alle Imprese, Erkki Liikanen, ha detto che l'industria navalmeccanica mondiale presenta attualmente una sovracapacità di produzione pari ad almeno il 20-30% in più rispetto al livello necessario per sostituire il vecchio tonnellaggio e per soddisfare la crescita della domanda derivante dall'aumento dei traffici marittimi. In una normale situazione di mercato - ha precisato - ciò condurrebbe ad un normale riequilibrio tra domanda e offerta, ma il settore della cantieristica navale presenta alcune peculiarità.
«Da un lato - ha spiegato - la cantieristica offre alle economie in via di sviluppo la possibilità di incamerare introiti dall'esportazione. Offre inoltre un significative prospettive di impiego e di sviluppo tecnologico, visto che la costruzione navale può essere attuata a vari livelli di complessità tecnica. E' quindi un'attività industriale che spesso si è trovata sulla "lista dei desideri" delle nuove nazioni industrializzate, ed alcuni governi hanno ritenuto vantaggioso sostenere la creazione di stabilimenti navalmeccanici. D'altro canto la cantieristica navale è vista da molte nazioni come un'industria strategica, che - secondo loro - non possono permettersi di perdere a causa di interessi commerciali e di difesa». «Devo ammettere - ha aggiunto il commissario europeo - che in passato molte nazioni europee hanno conservato questa convinzione, ma siamo giunti a prendere atto che queste considerazioni strategiche non possono ignorare i principi economici fondamentali. Il perseguire politiche non basate su considerazioni di tipo economico ha portato al protezionismo e al sostegno statale all'industria, che talvolta ha assunto forme veramente creative. La natura ciclica della produzione navale e il fatto che i cantieri sovente costituiscono importanti concentrazioni regionali la cui perdita infliggerebbe gravi danni alle comunità costiere, ha reso i problemi della cantieristica tra i più difficili temi da affrontare per i politici».
La cantieristica europea ha vissuto momenti di profonda trasformazione dopo la metà degli anni Settanta, ha ricordato Liikanen. Due terzi dei cantieri hanno chiuso e i posti di lavoro sono scesi da 400.000 nel 1975 agli attuali 85.000. Nel contempo altri soggetti hanno fatto il loro ingresso nel mercato navalmeccanico. «In generale - ha detto il commissario europeo - l'aumento di concorrenza è benvenuto, a condizione che la parità di condizioni di partecipazione sia assicurata. Sfortunatamente così non è stato». Liikanen ha parlato delle controversie in atto con la Corea del Sud, i cui cantieri sono accusati di «concludere contratti senza rispettare il principio di piena copertura dei costi» e di praticare prezzi «a livelli assurdi». «Siamo ora in una situazione riguardante lo shipping e la cantieristica - ha detto - peggiore di quella di un anno fa. In vista dell'ulteriore prossimo arrivo di tonnellaggio nel mercato, specialmente nel segmento container, questi problemi devono essere risolti».
Liikanen ha annunciato che è previsto per oggi a Bruxelles un nuovo incontro con i rappresentanti del governo sudcoreano. «Se questi colloqui falliranno - ha precisato - la Commissione sottoporrà il problema agli organismi internazionali competenti».
Il commissario europeo ha sottolineato anche la crescente quota di mercato delle aziende navalmeccaniche cinesi e, pur riconoscendo l'importanza dell'industria navale locale, ha prospettato il pericolo di un ulteriore aggravamento dello sbilanciamento tra domanda e offerta ed ha auspicato che gli investimenti cinesi non siano mirati ai soli fini dell'esportazione. «Posso solo sperare - ha commentato - che il governo cinese abbia la saggezza di evitare gli errori commessi da altri, inclusa l'Europa, e che si unisca a noi nello sforzo di stabilire condizioni di mercato libere e eque».