Anche il Giappone ha aderito al programma statunitense Container Security Initiative (CSI) per la sicurezza del traffico marittimo containerizzato diretto negli USA. L'accordo - hanno precisato i rappresentanti delle amministrazioni doganali delle due nazioni - prevede l'adesione del Giappone in via sperimentale. Addetti delle Dogane americane saranno presenti nei porti di Tokyo, Nagoya, Kobe e Yokohama, con il compito di ispezionare i container in esportazione verso gli USA, mentre personale delle Dogane giapponesi sarà distaccato in alcuni porti statunitensi, non ancora individuati.
L'U.S. Customs Service ha ricordato che circa il 68% dei 5,7 milioni di container che ogni anno arrivano via mare negli Stati Uniti proviene da venti porti stranieri e l'amministrazione doganale statunitense ha quindi focalizzato inizialmente la sua attenzione su venti questi mega scali, tra cui i quattro porti giapponesi. Il programma non sarà però circoscritto solo ai maggiori scali marittimi del mondo: «questi venti porti - ha confermato il commissario dell'U.S. Customs Service, Robert C. Bonner - rappresentano l'inizio del programma, non la fine».
La Container Security Initiative ha già avuto le adesioni di Canada, Olanda, Belgio, Germania, Francia, Singapore e Hong Kong.