Negli ultimi tre mesi il traffico ferroviario intermodale negli Stati Uniti ha registrato un incremento dell'8% e questo tipo di attività . Questo dato è emerso da una ricerca condotta dall'esperto del settore intermodale, Thomas R. Brown, e dall'analista di Wall Street, Anthony B. Hatch, i cui risultati sono stati resi noti nei giorni scorsi dall'Association of American Railroads (AAR).
Lo studio indica che nei prossimi anni il traffico ferroviario intermodale statunitense crescerà annualmente del 5%, oltrepassando la crescita del prodotto interno lordo USA, che si attesterà sul 3,3% all'anno.
«Entro la fine del 2003, se l'attuale trend dei ricavi continuerà e se l'economia americana manterrà almeno il suo attuale moderato tasso di crescita - ha confermato Brown - l'intermodale sorpasserà il carbone come primaria fonte di guadagno per il settore ferroviario merci».
Nel 1999 e nel 2000 l'industria ferroviaria statunitense del settore cargo ha investito nel comparto intermodale oltre 14 miliardi di dollari, pari ad un quinto dei ricavi del periodo.
Nel 1984 - hanno ricordato i ricercatori - solo un treno a due piani di container era originato sulla costa occidentale degli USA e serviva solo un mercato interno, mentre oggi oltre 241 treni doublestack alla settimana hanno origine sulla West Coast e servono tutti i principali mercati degli Stati Uniti. Attualmente, inoltre, più di 600 società ed organizzazioni statunitensi di tutte le dimensioni sono attive nella creazione di servizi di trasporto intermodale.
Lo scorso anno i servizi ferroviari intermodali hanno tolto oltre nove milioni di tir dalle strade degli Stati Uniti. «L'intermodale ferroviario - ha sottolineato Brown - sottrae già ora milioni di camion dalle nostre autostrade ogni anno ed è enorme il suo potenziale nel ricoprire per il futuro un ruolo molto più ampio, sia nei mercati tradizionali che in quelli transcontinentali e nelle nuove linee a corto e medio raggio». «L'intermodale - ha aggiunto - può potenzialmente diventare il cuore del nostro network di trasporto merci sulla lunga distanza». Il settore - ha però precisato - deve essere sostenuto con l'introduzione di incentivi destinati a nuovi investimenti nell'intermodale.
Le misure di sostegno individuate dai due ricercatori comprendono la soppressione della tassa di 4,3 cent sul combustibile imposta attualmente alle società ferroviarie. La stessa tassa - hanno ricordato - è imposta anche all'autotrasporto e al trasporto aereo, ma viene direttamente impiegata nel miglioramento delle infrastrutture stradali ed aeroportuali. Sarebbe logico - sostengono Brown e Hatch - che i 4,3 cent imposti ora alle società ferroviarie private siano resi loro per consentire investimenti infrastrutturali volti ad incrementare la capacità intermodale.
Incentivi, sotto forma di sgravi fiscali, dovrebbero inoltre essere offerti alle società che effettuano investimenti nelle infrastrutture per il trasporto intermodale delle merci e dovrebbero inoltre essere promosse partnership tra pubblico e privato per il finanziamento di tali intermodali.
B.B.