La scorsa settimana la Commissione Europea ha approvato l'allargamento dell'Unione Europea a 25 Stati membri. L'ingresso nell' UE di Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e Ungheria previsto per l'inizio del 2004. L'International Road Trasporto Union (IRU), che rappresenta in tutto il mondo il settore del trasporto stradale attraverso le associazioni nazionali dell'autotrasporto, si è detto felice per il successo dell'iniziativa politica, ma anche preoccupato per i possibili risvolti negativi determinati dall'allargamento ad Est della comunità.
In particolare l'IRU ha chiesto l'adozione di misure operative che facciano sì che «il "big bang" politico dell'allargamento dell'UE non sia seguito immediatamente da una dannosa economia del "liberi tutti"». «Il trasporto su strada - ha spiegato Hubert Linssen, capo della delegazione permanente dell'IRU a Bruxelles - è la colla che tiene insieme le economie degli attuali Stati membri dell'UE e delle nazioni candidate, tuttora molto diverse. Senza specifiche misure di accompagnamento, il settore dell'autotrasporto può subire gravi spaccature con l'allargamento del mercato unico, a svantaggio delle performance dell'intera economia dell'UE».
Gli elementi che possono causare lo sconvolgimento del comparto del trasporto stradale - ha precisato l'IRU - includono le differenze nei livelli salariali, nelle normative sociali, negli standard tecnici, nelle risorse finanziarie e nelle competenze manageriali.
Secondo l'IRU è indispensabile introdurre delle misure che consentano di attutire l'impatto dell'allargamento dell'Unione Europea. Innanzitutto sarà necessario monitorare il mercato, con modalità già previste per il trasporto ferroviario, per poter individuare gli elementi di pericolo per lo sviluppo dell'autotrasporto. Bisognerà inoltre adottare criteri più selettivi per permettere l'accesso alla professione del trasporto stradale, per ridurre al minimo gli effetti di pratiche concorrenziali non sostenibili. L'IRU sollecita inoltre un'uniforme interpretazione ed uso delle attuali normative sociali, l'armonizzazione dei regimi fiscali e l'effettuazione di investimenti adeguati per eliminare i colli di bottiglia delle infrastrutture stradali e l'introduzione di misure volte a migliorare l'utilizzo delle arterie stradali esistenti.
«Visto che il trasporto stradale domina totalmente i commerci Est-Ovest - ha concluso l'IRU - il settore farà molto più per lo sviluppo sostenibile di quanto possa fare un incremento marginale dei volumi di merci ferroviarie».