Dopo aver incontrato questa mattina a Genova esponenti del mondo marittimo e del lavoro, i parlamentari dei Democratici di Sinistra sono ancora più convinti che la nuova finanziaria sia «un disastro per l'economia del mare» e «in generale per il mondo del trasporto italiano». Presentando nel pomeriggio il resoconto dei colloqui alla stampa, Franco Raffaldini, vicepresidente della commissione Trasporti della Camera e responsabile nazionale per i Trasporti dei DS, ha detto che dagli incontri è emerso come la preoccupazione sul contenuto della finanziaria sia diffusa tra le imprese e i lavoratori. Parlando con esponenti della Rsu della Fincantieri di Sestri Ponente, di Assindustria Genova, con il presidente della Confitarma, Giovanni Montanari, con i sindacati dei trasporti e con le organizzazioni degli autotrasportatori - hanno spiegato i parlamentari DS - abbiamo avuto la conferma dell'inerzia del governo su questi temi. «Una settimana fa, ad esempio - hanno precisato Graziano Mazzarello, membro della commissione Trasporti della Camera, e Ubaldo Benvenuti, consigliere regionale DS - davamo per risolto il tema dei contributi alle aziende che operano nel cabotaggio, perché ci era stato detto che il governo aveva presentato un disegno di legge che risolveva la questione». «Oggi invece abbiamo avuto conferma di una lettera inviata da Tremonti al ministro dei Trasporti che blocca tutto». Le preoccupazioni del settore dei trasporti si trasformano già in azioni concrete. «Montanari - ha confermato Mazzarello - ci ha detto che sono iniziate trattative per trasferire navi di bandiera italiana in altri Registri».
I parlamentari del centrosinistra non accettano neanche le ipotesi di inserire i problemi del trasporto in collegati alla finanziaria, perché in tal modo non sarebbero affrontati in tempi brevi. «In questa settimana - ha ricordato Raffaldini - stiamo discutendo di cinque dei sette collegati dell'anno scorso. Ipotizzare quindi un collegato, vuol dire rinviare i problemi, la cui soluzione noi riteniamo invece urgente».
Secondo i DS la via è invece quella degli emendamenti, e hanno illustrato oggi quelli che intendono presentare. Tali proposte - ha detto Raffaldini - «non sono propagandistiche, ma specifiche, ed hanno copertura finanziaria».
Un emendamento riguarderà l'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali, alle quali si prevede di devolvere l'intero gettito delle tasse sulle merci imbarcate e sbarcate (onere derivante dall'attuazione è quantificato in 35 milioni di euro annui), delle tasse erariali (45 milioni di euro annui), delle tasse di ancoraggio (50 milioni di euro annui) e di una quota di tributi, diversi dalle tasse e diritti portuali, introitati dalle circoscrizioni doganali (70 milioni di euro annui).
Per la security nei porti e le attività di antiterrorismo è previsto il finanziamento di un programma triennale «per la realizzazione del quale sono autorizzati limiti di impegno quindicennali di dieci milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004, 2005».
Un emendamento prevede l'estensione per il triennio 2003-2005 degli sgravi contributivi per le imprese armatoriali che esercitano attività di cabotaggio. Tali benefici sono previsti nel limite dell'80%, come in precedenza. Ma sono pronte altre proposte - hanno precisato i tre esponenti dei DS - che portano tale limite anche al 100%.
Gli emendamenti comprendono misure a favore della cantieristica navale - con l'autorizzazione di un «limite di impegno di durata quindicennale, pari ad euro 8.779.767 annui, a decorrere dall'anno 2003» - e riguardano inoltre la retribuzione delle giornate di mancato avviamento al lavoro nel settore portuale, la formazione dei marittimi, il sostegno all'autotrasporto e alla mobilità urbana.