L'allargamento ad est dei confini dell'Unione Europea apre nuove prospettive per i porti italiani dell'Adriatico. Nel corso dell'incontro del ministro del Commercio estero e vice ministro delle Attività produttive, Adolfo Urso, con gli operatori economici del porto di Venezia, avvenuto venerdì scorso, si è diffusamente parlato delle possibilità di convogliare consistenti quote di traffico generate dall'Europa orientale e dai Balcani attraverso i porti adriatici.
Il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Claudio Boniciolli, ha ricordato la distribuzione dei traffici tra i porti italiani: gli scali del Tirreno costituiscono l'arteria principale dei traffici containerizzati, le merci varie sono pressoché equamente distribuite tra Tirreno e Adriatico-Ionio, le rinfuse liquide (petrolio) vedono la netta prevalenza dell'Adriatico anche in funzione del terminal dell'oleodotto Siot di Trieste diretto verso Austria e Germania. In questo quadro e, tenuto conto del prossimo allargamento dell'UE ad est - ha sottolineato Boniciolli - i porti adriatico-ionici giocano un ruolo importante. Venezia, per il complesso delle sue attività portuali, è il primo porto dell'Adriatico se si esclude il petrolio e, in particolare, per quanto concerne il traffico contenitori da sei anni è al vertice con oltre 260mila teu nel corso del 2002. «Con tale realtà - ha detto il presidente dell'authority portuale - il governo dovrebbe fare i conti al fine di realizzare una strategia politico-commerciale per quanto concerne le infrastrutture nazionali e internazionali e i collegamenti informatici, tale da far gravitare sull'Adriatico e sui suoi porti, i traffici dei Paesi che entreranno nella U.E. già dal 2004 e di quelli, Croazia e Turchia, che dovrebbero seguire».
Il presidente del porto ha richiamato l'attenzione del ministro sul fatto che l'Autorità Portuale di Venezia, insieme ad altre cinque autorità portuali del Paese, è quella che è riuscita a impegnare e a investire tutti i finanziamenti previsti dalla legge 413 del 1998, integrati da altri finanziamenti tratti dagli utili dei propri bilanci, per un totale di oltre 400 miliardi di vecchie lire ai quali corrispondono investimenti di pari entità effettuati dall'imprenditoria privata.
Tali risultati - ha rilevato Boniciolli - derivano dal movimento attraverso le bocche di porto di 4.500 navi l'anno per un totale di oltre 29 milioni di tonnellate trasportate, che alimentano un'economia marittima che per l'area veneziana ha un peso pari a quello del turismo.
Boniciolli ha infine auspicato che le decisioni riguardanti gli accessi al porto, tengano conto, oltre che della storia della città, inscindibile dal mare, della realtà attuale e delle sue grandi prospettive nel campo dell'economia marittima.
Concludendo l'incontro veneziano il ministro Urso ha anticipato che «...a ore sarà firmato un accordo tra Italia e USA., come già avvenuto con Francia e Belgio, in merito ai problemi della sicurezza nei porti». «Si tratta - ha detto - di un accordo "cedevole", ovvero che sarà presto superato da uno seguente dell'UE con gli USA».