E' stato sospeso l'escavo dei canali portuali di Venezia a causa della mancanza di siti per il deposito dei sedimenti derivanti dal dragaggio. Il blocco dei lavori allarma gli operatori dello scalo. Il Comitato Portuale di Venezia, riunitosi ieri in sessione straordinaria, ha espresso «forte preoccupazione» per l'interruzione degli interventi di manutenzione dei canali, che erano stati riavviati nel 1997 dopo vent'anni di inattività.
«Le operazioni di dragaggio e di bonifica dei canali portuali - ha sottolineato in una nota l'authority portuale di Venezia - sono indispensabili per il mantenimento dei traffici portuali commerciali e per non vanificare importanti investimenti pubblici e privati che sostengono gran parte dell'economia portuale veneziana e provinciale».
I dragaggi effettuati tra gli anni 1997 e 2001 da parte dell'Autorità Portuale hanno permesso la rimozione di circa 3.000.000 di metri cubi di sedimenti. Resta ancora complessivamente da dragare una quantità superiore a 6.000.000 metri cubi, dei quali 1.500.000 risultano fortemente inquinati.
«Come noto - ha precisato l'Autorità Portuale - l'attività di escavo dei canali portuali finora garantita, ha consentito un evidente recupero di efficienze per il porto di Venezia che ha visto così aumentare i traffici commerciali da 4 a 12 milioni di tonnellate. Ulteriori sospensioni o indecisioni che non consentano al porto la immediata ripresa delle attività manutentorie, saranno destinate a colpire i 18.000 lavoratori occupati nella portualità e le centinaia di aziende che hanno puntato sul porto e sulla città di Venezia per vedere garantite le proprie attività di servizio e di export».