In Italia le divergenze tra governo e opposizione in tema di infrastrutture iniziano dall'ammontare degli stanziamenti da destinare alla realizzazione di nuove opere e finiscono nelle differenti strategie per lo sviluppo e la gestione dei trasporti. Come dire che tra esecutivo e controparte politica le posizioni sono pressoché opposte e convergono solo nel riconoscere la necessità di modernizzare il sistema dei trasporti.
Partecipando oggi a Genova alla conferenza "Trasporti, città, infrastrutture - Criticità e obiettivi del sistema Italia", organizzata dai Democratici di Sinistra, il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Ugo Martinat, ha detto che, per quanto riguarda le infrastrutture, «il problema non è tanto chiedere una finanziaria con più soldi, ma casomai spendere tutti i soldi che ci sono nella finanziaria».
«Nelle esternazioni di Martinat - ha replicato Pier Luigi Bersani, responsabile economico dei Ds, a margine del convegno - ci sono le criticità evidenziate dalle decisioni del governo. C'è innanzitutto una criticità finanziaria, di cui Martinat non ha detto nulla in proposito, se non che si deve fare presto ad usare i soldi» «Martinat sulle risorse - ha aggiunto il responsabile infrastrutture dei Ds, Fabrizio Vigni - ha confermato che il governo sta riducendo gli investimenti in infrastrutture, dicendo che è meglio avere meno soldi ma spenderli tutti».
«Un'altra criticità - ha affermato Bersani - è quella programmatica: siamo ormai alla pletora delle proposte, delle promesse, degli elenchi».«La legge obiettivo - ha aggiunto - sta diventando un mostro in cui si butta di tutto, anche l'edilizia scolastica». «La terza criticità è sulle regole. Si rischia - ha spiegato - di tornare ad una confusione in cui non si capisce più niente». In particolare i Ds criticano l'esecutivo di aver voluto smantellare tutto ciò che era stato fatto in precedenza, con l'intento di ripartire da zero ma con il risultato di aver creato solo incertezza e confusione.
Le accuse dei Ds sono rivolte anche alle scelte di sviluppo proposte dal governo. Secondo i Democratici di Sinistra, invece di puntare ad un riequilibrio modale, l'esecutivo ha ribaltato le scelte in questa direzione attuate dai precedenti governi di centrosinistra: «noi - ha detto Vigni - avevamo indicato, come ordine di priorità, il 56% alle ferrovie e il 28% alle strade, mentre nel piano annunciato dal governo il 42% è previsto per strade e autostrade e il 35% per le ferrovie».
«In un anno e mezzo non si fanno miracoli, non li fa nessuno», ha concluso Bersani riferendosi alle iniziative messe in atto sinora dal governo Berlusconi. Secondo Bersani però, il problema è che si è «rotto il passo» con le iniziative precedenti.
B.B.