La Commissione Europea ha illustrato oggi il contenuto del suo settimo rapporto sulla cantieristica navale mondiale, basato sui dati disponibili al 31 dicembre 2002. Lo scorso anno è stata registrata un'ulteriore flessione negli ordini di nuove navi nelle principali regioni mondiali del settore.
Il rapporto attribuisce l'ulteriore contrazione del mercato all'eccesso d'offerta del passato, al rallentamento delle economie mondiali, agli effetti degli eventi dell'11 settembre 2001 e all'incertezza politica in Medio Oriente.
Particolarmente negativa l'evoluzione dei segmenti del mercato di maggior rilievo per i cantieri europei. Lo scorso anno i cantieri navali dell'UE hanno registrato un calo superiore al 50% dei nuovi ordinativi rispetto al 2001 e superiore del 70% rispetto al 2000. «I cantieri dell'Unione - ha osservato l'esecutivo europeo - stanno rapidamente restando senza lavoro e si sono già verificati diversi casi di fallimento e licenziamenti in massa. La quota del mercato globale di pertinenza dei cantieri dell'Unione è crollata, passando al 7% dal 13% del 2001 e dal 19% del 2000».
Complessivamente le navi più colpite dalla crisi sono le portacontainer e le unità da crociera, ma è diminuita anche la domanda di petroliere e metaniere. La domanda - ha precisato la Commissione - è aumentata soltanto nel segmento delle petroliere per prodotti finiti, a causa delle sostituzioni rese necessarie dalla nuova legislazione comunitaria in tema di sicurezza marittima, e nel segmento delle rinfusiere, nel quale una nuova normativa in tema di progettazione e la domanda interna di Cina e Giappone offrono alcune occasioni commerciali per i cantieri.
«Guardando al quadro globale per il 2002 - ha detto il commissario europeo per le imprese, Erkki Liikanen - dobbiamo riconoscere che la situazione nel mercato cantieristico mondiale non sta migliorando. L'ultimo rapporto evidenzia il rallentamento dell'attività del settore nel corso degli ultimi due anni e conferma ancora una volta che le difficoltà provocate ai cantieri dell'UE da pratiche commerciali scorrette stanno raggiungendo livelli critici. La Commissione, che già in passato è intervenuta per difendere la cantieristica europea contro la concorrenza sleale, continuerà a adoperarsi insieme agli operatori del settore per aumentare la concorrenzialità dei cantieri europei, come ha iniziato a fare con l'iniziativa LeaderSHIP 2015 (inforMARE del 24 gennaio 2003, ndr)».
Sotto accusa è ancora il dumping praticato dai cantieri sudcoreani. Nel corso del 2002 i prezzi delle navi hanno toccato nuovi minimi prossimi ai livelli del 1989. Secondo quanto accertato dalla Commissione Europea, i cantieri navali sudcoreani hanno ulteriormente abbassato i prezzi all'offerta, nonostante i forti aumenti di tutti i principali fattori di costo e l'apprezzamento della valuta coreana, allo scopo d'incoraggiare una nuova domanda e di far fronte alla concorrenza cinese. I cantieri coreani si concentrano sempre più sulla domanda di petroliere, sia per il trasporto di greggio che per prodotti finiti, nonostante abbiano in precedenza affermato - sottolinea il rapporto - che questi segmenti di mercato non presentano più interesse per i cantieri coreani a causa del basso valore di queste navi e della decrescente concorrenzialità dei produttori coreani in termini di costi.
Le indagini svolte dalla Commissione sui costi relativi agli ordini piazzati presso i cantieri sudcoreani confermano quanto risulta dai rapporti precedenti, cioè che le navi sono offerte a prezzi tali da non coprire pienamente i costi di produzione. In particolare non sono contabilizzati i costi derivanti dall'inflazione e dai finanziamenti. Le indagini dimostrano inoltre che il divario tra i prezzi offerti ed il prezzo normale calcolato sta nuovamente ampliandosi.
Quote di mercato dei principali produttori navali mondiali (in base alle tonnellate di stazza lorda compensata)
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2000 |
2001 |
2002 |
Corea del Sud |
36% |
30% |
28% |
UE |
19% |
13% |
7% |
Giappone |
26% |
33% |
37% |
Cina |
7% |
11% |
13% |
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