Giovedì scorso, nel corso di in un'audizione presso la commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'assetto del sistema portuale italiano deliberata lo scorso 28 ottobre, i rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome italiane hanno presentato un documento sul sistema portuale italiano elaborato dagli enti regionali in vista del riassetto del comparto che pubblichiamo nella rubrica "
Forum dello shipping e della logistica".
L'indagine - ha ricordato introducendo l'audizione il vicepresidente della commissione, Franco Raffaldini - è volta ad effettuare un'attenta ricognizione sullo stato di attuazione dello stato di attuazione della legge di riforma del settore portuale n. 84 del 28 gennaio 1994 e a valutare se ricorrano i presupposti per una sua eventuale modifica o integrazione, anche alla luce del nuovo riparto di competenze delineato dal titolo V della parte seconda della Costituzione e dell'evoluzione della normativa comunitaria in materia.
Presentando il documento in qualità di assessore capofila in questa materia nell'ambito della Conferenza dei presidenti delle regioni, l'assessore a Infrastrutture, Trasporti e Protezione civile della Regione Liguria, Vittorio Adolfo, ha sottolineato come il documento segnali la necessità di rivedere la legge n. 84 del 1994. «Le regioni - ha spiegato - vogliono avere la possibilità di pianificare lo sviluppo del proprio sistema portuale sulla base degli indirizzi e degli obiettivi nazionali, in una logica di pianificazione integrata territoriale e di programmazione negoziata con tutte le realtà produttive, del trasporto e della logistica». «In sostanza - ha aggiunto - le regioni chiedono il coordinamento dello sviluppo e del programma e, soprattutto, la responsabilità pianificatoria. Chiedono inoltre che la ricchezza generata dai porti resti sul territorio in cui viene creata, al fine di essere reinvestita nelle infrastrutture e nelle tecnologie con cui i porti sono direttamente o indirettamente collegati». «La nostra richiesta - ha precisato in un suo successivo intervento - è che le risorse ricadano sul territorio e confluiscano nel bilancio regionale; poi la regione le conferirà all'autorità portuale secondo i programmi di sviluppo approvati e, quindi, secondo i piani di sviluppo che saranno realizzati».
«Vi è poi - ha detto Adolfo - la richiesta di rivedere il sistema di nomina dei presidenti delle autorità portuali, in modo che la regione concorra direttamente con il governo per la segnalazione e la nomina dei presidenti, superando l'attuale farraginoso sistema. Deve essere comunque la regione stessa a portare avanti l'approfondimento e l'eventuale consultazione sul territorio per addivenire alla scelta». «Per quanto riguarda le nomine - ha precisato - proprio per evitare quelle problematiche relative ad alcuni commissariamenti avvenuti sul territorio nazionale, riteniamo che debba essere l'autorità centrale a procedere alla nomina, ma su segnalazione della regione. Sarà poi quest'ultima che proporrà la terna o ciò che la legge indicherà. Proponiamo un sistema che eviti passaggi ulteriori (camera di commercio, provincia, comune e, infine, la regione, che deve dare il consenso) nell'ottica di una logica nuova, che riguarda il regime fiscale-finanziario e quello pianificatorio».