La Commissione Europea ha bocciato oggi il piano di aiuti ai cantieri navali pubblici spagnoli del gruppo IZAR. Bruxelles ha stabilito che non sono compatibili con le normative europee sugli aiuti alle aziende navalmeccaniche parte degli aiuti per circa 500 milioni di euro elargiti in varie forme nel 1999 e nel 2002 dal gruppo pubblico SEPI (Sociedad Estatal de Participationes Industriales) ai cantieri navali Astilleros Españoles (AESA), il gruppo che riuniva i cantieri pubblici, e ai cantieri navali Bazán, che riuniva i cantieri militari. AESA e Bazán successivamente erano stati riuniti nel gruppo IZAR.
In seguito IZAR aveva rifuso 192,1 milioni alla SEPI, mentre non è ancora stata restituita la parte restante del prestito pari a 308,3 milioni di euro più gli interessi. Quest'ultima somma - ha deciso l'esecutivo europeo - costituisce un ulteriore aiuto di Stato che non può più essere approvato perché in contrasto con le normative comunitarie e perché nel 1997 la Commissione e il Consiglio UE avevano approvato un pacchetto finale per la ristrutturazione dei cantieri spagnoli del valore di 1,9 miliardi di euro a patto che i cantieri non ricevessero ulteriori aiuti. Bruxelles ha chiesto quindi la restituzione di questa somma.
«La Commissione - ha sottolineato l'esecutivo UE - è conscia del fatto che le conseguenze di questa decisione possono essere gravi per IZAR, per i suoi cantieri e per i suoi dipendenti. Tuttavia la Commissione ha ricevuto numerosi reclami da parte di cantieri navali di altri Stati dell'UE e persino da concorrenti spagnoli. In molti dei reclami presentati i cantieri sostengono che una perdita di posti di lavoro è già avvenuta nei loro stabilimenti a causa dei presunti aiuti di stato illeciti concessi ai cantieri navali pubblici spagnoli negli ultimi anni».