Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
17:52 GMT+1
A dieci anni dalla costituzione l'istituto previdenziale Ipsema si interroga sul suo ruolo nell'industria marittima
Formazione, lavoro nero, politiche economiche sono alcuni dei temi affrontati dall'ente
20 maggio 2004
Quest'anno si celebra il decennale dell'Ipsema, l'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo nato nel 1994 dalla fusione delle tre Casse Marittime: Adriatica, Meridionale e Tirrena. Nel corso della conferenza stampa indetta stamani presso l'ufficio di Genova dell'Ipsema il presidente dell'istituto, Antonio Parlato, ha illustrato le attività dell'ente delineandone il ruolo nell'industria marittima. Quest'ultimo aspetto è particolarmente importante per l'Ipsema ed è necessario chiedersi - ha detto Parlato - «se la sua funzione debba essere limitata alla sola prevenzione o se l'istituto debba anche essere attento alle politiche economiche» e se debba agire anche «al di fuori delle competenze burocratiche dell'ente». La risposta di Parlato è affermativa: «penso - ha spiegato - di dover aggiungere "altro" alla missione istituzionale».
Secondo Parlato è innanzitutto necessario eliminare le incoerenze che non permettono sinergie ed economie di scala, ad esempio nei rapporti tra Ipsema e Inail, ma si deve giungere anche ad un utilizzo "attivo" dei dati in possesso degli istituti e dell'industria marittima: in questo senso - hanno sottolineato Parlato e il direttore generale dell'istituto, Maria Clotilde Calamita - un lavoro prioritario è costituto dall'istituzione di un'anagrafe dei marittimi analoga a quella dell'Inail, che dispone di una Denuncia Nominativa degli Assicurati (DNA). Inoltre Ipsema - ha detto il presidente dell'ente - deve parlare con gli altri soggetti del settore, come Fincantieri e come Ucina, e deve intervenire nelle tematiche che riguardano il mondo marittimo, come quelle della formazione o come nel caso del progetto delle autostrade del mare.
In materia di formazione il presidente di Ipsema ha sottolineato come solo il 10% dei circa 1.500 diplomati all'anno degli istituti nautici si imbarchi sulle navi. A mantenere estremamente basso il numero dei giovani che diventano personale di bordo contribuiscono anche i costi che i diplomati devono affrontare dopo aver concluso l'iter scolastico: «gli attestati di formazione, ed è una vergogna nazionale - ha accusato Parlato - devono essere acquisiti a spese dei diplomati». Una soluzione al problema - secondo Ipsema - potrebbe essere costituita dall'istituzione di corsi gratuiti organizzati congiuntamente da più istituti nautici e rivolti a coloro che intendono proseguire verso la professione marittima. Inoltre, per avvicinare il mondo degli istituti nautici all'industria della navigazione - ha detto Parlato - potrebbero essere organizzati degli stage a bordo delle navi, utili anche a selezionale le persone che dimostrano una reale motivazione.
Un altro tema affrontato da Ipsema è quello del lavoro nero, in particolare nel settore della nautica dove - ha rilevato l'istituto - si può arrivare ad almeno il 10% di evasione contributiva. «I numeri degli assicurati nel diporto sono troppo bassi per essere veritieri - ha sottolineato Parlato - e questo fa pensare a lavoro nero e sommerso».
Attualmente Ipsema assicura circa 100mila addetti nel settore marittimo che operano prevalentemente con contratti a tempo determinato presso circa seimila imprese marittime, in prevalenza adibite alla pesca (52,3%). Dal punto di vista dei posti di lavoro assicurati, le navi passeggeri - pur rappresentando poco meno del 6% delle imprese assicurate - danno lavoro alla percentuale più elevata di marittimi, con una quota superiore alle 14mila unità (32,6%).
Il fatto che ad essere assicurato sia il posto di lavoro anziché il lavoratore non consente ad Ipsema un calcolo preciso degli infortuni sul lavoro. L'istituto, sulla base degli ultimi dati disponibili, ipotizza comunque un calo del 3% degli incidenti: al 31 dicembre scorso sono stati indennizzati presso gli uffici dell'Ipsema 2.413 infortuni rispetto ai 2.490 del 2002.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore