Così come per la gran parte degli incidenti domestici, anche sulle navi gli infortuni sono talvolta determinati dalla mancanza di banali quanto efficaci accorgimenti per accrescere la sicurezza a bordo. È ad esempio il caso delle semplici scivolate: «un infortunio su cinque - ha rivelato oggi l'IPSEMA, l'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo - è imputabile al pavimento poco stabile e sdrucciolevole».
Ogni anno l'istituto indennizza circa 2.500 infortuni, di questi il 22% è causato da banali scivolate che provocano fratture, slogature ecc. «Il più delle volte - ha osservato l'IPSEMA - sarebbe sufficiente intervenire nella fase di progettazione e costruzione delle navi imponendo pavimenti antiscivolo, ringhiere, scarpe antisdrucciolo o l'adozione, specialmente da parte dei pescherecci, delle alette antirollio che renderebbero, senza dubbio, l'imbarcazione più stabile, diminuendo il movimento trasversale chiamato appunto rollio, corresponsabile di episodi di infortunio riconducibili nella maggior parte dei casi a scivolate e cadute».
«Considerando che l'istituto - ha sottolineato il presidente dell'IPSEMA, Antonio Parlato - eroga indennizzi derivanti da infortuni sul lavoro pari a circa otto milioni l'anno, il sistema pubblico di previdenza risparmierebbe almeno un milione di euro all'anno, senza contare il beneficio che ne avrebbe anche l'imprenditoria armatoriale in quanto insieme ad una riduzione degli infortuni si ridurrebbe il carico contributivo». «L'IPSEMA - ha aggiunto - intende porre maggiore attenzione alla sua missione istituzionale dedicata alla prevenzione. Per favorire la individuazione delle cause che provocano i sinistri a bordo, l'istituto raccoglie da anni i dati relativi agli infortuni e dal 2004 effettua le codifiche
ESAW 3 rispetto proprio alle variabili che riguardano gli infortuni».
«È evidente - ha osservato Parlato - che la specificità del lavoro marittimo consiste nel luogo di lavoro, la nave appunto che per sua natura è esposta a ogni condizione meteomarina e idrodinamica che rende l'attività lavorativa a bordo particolarmente pericolosa».
Per sollecitare innovazioni nell'architettura navale che possano limitare il numero di sinistri, il presidente dell'IPSEMA, accompagnato dal direttore generale dell'istituto, Maria Clotilde Calamita, dal dirigente centrale alla Prevenzione ed alla Vigilanza, Sante Perticaro, e dal dirigente centrale per le Assicurazioni e Prestazioni, Mario Scozzafava, ha incontrato oggi l'ammiraglio Giano Pisi, presidente dell'Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettura Navale (INSEAN), l'istituto pubblico di ricerca teorica e sperimentale nel campo dell'idrodinamica navale e marittima che svolge esperienze sul campo con modelli di navi e fornisce consulenza pubblica e privata sulla ottimizzazione della costruzione navale.
L'incontro - ha annunciato l'IPSEMA - prelude la prossima stipula di un protocollo di intesa tra i due istituti che contempli tutte le possibili sinergie, scambio di dati ed informazioni in grado di sollecitare l'introduzione di accorgimenti e soluzioni utili a ridurre gli incidenti a bordo.
«La collaborazione con l'INSEAN - ha concluso Parlato - assume un carattere molto significativo se si considera anche la attività di servizio che l'IPSEMA potrebbe prestare all'industria cantieristica e al mondo armatoriale attraverso la conoscenza della specificità degli infortuni che accadono a bordo in ordine alle caratteristiche tecniche delle navi».