Nel corso del convegno sul corridoio V, organizzato dalla Regione Veneto e svoltosi ieri ed oggi a Milano, il responsabile del progetto AlpenCorS per l'ente regionale veneto, Franco Migliorini, ha sottolineato i notevoli benefici che la nuova infrastruttura che collegherà l'est-ovest dell'Europa potrà portare alle regioni che attraversa. «Soprattutto la capacità di attrarre capitali e persone - ha spiegato - crescerà nella zona di Vienna e in alcune regioni italiane come Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte». «Però è altrettanto vero - ha aggiunto - che tutte queste regioni (soprattutto quelle verso est) dovranno compiere sforzi perché i lavori vengano completati. Così ad esempio, sono da vincere le reticenze di alcuni paesi (come la Slovenia) alla costruzione della ferrovia ad alta capacità, anche perché le ferrovie costano e non si ripagano da sole come le autostrade. Anche per questo l'aiuto degli enti locali e dei privati nel trovare fonti per il corridoio e soprattutto nello sfruttarlo al meglio (ad esempio costruendo interporti, fiere, insediamenti industriali vicini alle strade ecc.)».
Il presidente dell'Assolombarda, Michele Perini. ha detto che lo sviluppo e la crescita di un'economia dipende dalla sua capacità di attrarre investimenti e di aumentare investimenti commerciali. Ma non vi sono sviluppo e crescita senza infrastrutture. Il settore dei trasporti - ha ricordato Perini - genera circa il 10% della nostra ricchezza in termini di prodotto interno lordo: un'industria che produce circa un trilione di euro l'anno e dà lavoro a circa a 10 milioni di persone. Le reti transeuropee di trasporto, interessano, direttamente o indirettamente, 35 stati, quasi 800 milioni di persone ed un prodotto lordo che nel 2000 superava già i 9.000 miliardi di euro, dei quali 8.000 della solo Unione europea a 15. Per l'Italia è fondamentale realizzare le connessioni infrastrutturali previste che permettano di restare agganciati ai flussi economici europei. Per questo - ha aggiunto - è stata importante la battaglia che ha permesso di far passare il corridoio V transeuropeo a Sud delle Alpi e non a Nord. Ai risultati politici raggiunti, devono ora seguire i fatti, occorre cioè mettere in campo la capacità concreta di realizzare le opere.
Vittorio Macchitella, direttore di Uniontrasporti-Unioncamere, ha sottolineato le gravi carenze del nostro sistema logistico e dei trasporti che rappresentano oggi il principale impedimento per il rilancio di competitività nel sistema economico italiano. I corridoi, o forse sarebbe preferibile parlare di reti di corridoi - ha osservato però Macchitella - devono essere visti come uno strumento, un mezzo necessario ma non sufficiente per la realizzazione di politiche di sviluppo economico e di integrazione tra i popoli (in primis europei, ma senza trascurare l'intera area mediterranea).