ISoMAR (Associazione Agenti Marittimi Raccomandatari e Spedizionieri Savona e Imperia) sollecita l'Agenzia delle Dogane ad intervenire per assicurare un adeguato organico e il mantenimento e potenziamento degli uffici doganali del porto di Savona Vado. L'associazione chiede anche formazione e qualificazione del personale delle dogane e snellimento delle procedure.
Il porto di Savona-Vado Ligure - ha ricordato oggi ISoMAR - ha vissuto negli ultimi anni significativi aumenti di traffico in tutti i settori merceologici: l'incremento totale delle movimentazioni a banchina risulterà pari a circa un milione di tonnellate annue alla fine del corrente anno 2004, superando la soglia dei 14 milioni di tonnellate di movimento complessivo.
Come stanno facendo altre istituzioni - ha sottolineato l'associazione - «anche l'Ufficio Unico della Dogana deve necessariamente adeguarsi all'incremento dei traffici e conseguentemente all'aumento delle operazioni che fanno capo a questo fondamentale snodo amministrativo del ciclo portuale».
ISoMAR ha sottolineato anche il contributo apportato dal porto alle casse dello Stato: si prevede - ha spiegato l'associazione - che gli attuali 500 milioni di euro di gettito finanziario prodotto dallo scalo diventeranno un miliardo entro cinque anni; a questa cifra si devono aggiungere gli oltre 400 milioni di euro di «accise» provenienti dalla Centrale elettrica e dai depositi costieri di rilevanza internazionale che gravitano sull'immediato retroporto.
«Appare contraddittorio - ha concluso ISoMAR - che in questo scenario di sviluppo si debba combattere per evitare il trasferimento di uffici quali il Laboratorio Chimico, quando, a titolo di esempio, le già attuali necessità del traffico containers a Vado Ligure comportano la necessità di un Ufficio Veterinario dedicato. Altresì appare in contrasto con questi dati la politica di tagli alle disponibilità economiche necessarie al funzionamento degli uffici (straordinari e trasferte). Il protrarsi di queste carenze, malgrado le continue segnalazioni del personale locale, non possono che provocare gravi ritardi e disguidi nelle citate operazioni di sbarco e imbarco delle merci e nella peggiore delle ipotesi anche un dirottamento delle medesime su altri porti esteri viciniori».