attestandosi - indicano le statistiche preliminari diffuse martedì scorso da ANAVE (Asociación de Navieros Españoles) - a 4,1 milioni di tonnellate di stazza lorda pur essendo diminuito il numero totale delle navi della flotta, che è sceso di cinque unità a 303 navi. Il dato - ha sottolineato l'associazione armatoriale spagnola - segue la tendenza positiva iniziata nel 1995.
La maggior parte della crescita è stata relativa a navi controllate da società armatoriali spagnole ma che battono bandiera estera, il cui tonnellaggio complessivo è risultato in aumento del 16,7% a fronte di un numero stabile delle navi, fermo a 109 unità, mentre la flotta che batte bandiera spagnola - costituita da 194 navi, cinque in meno del 2003, per una stazza lorda complessiva di 2,3 milioni di tonnellate - ha incrementato il suo tonnellaggio del 7,9%. L'età media della flotta di bandiera spagnola è scesa a 14,5 anni.
Lo scorso anno sono entrate a far parte della flotta spagnola 16 navi di nuova costruzione, che hanno rappresentato un investimento complessivo di circa 670 milioni di euro.
ANAVE ha analizzato anche il traffico nei porti spagnoli di interesse generale che - secondo i dati provvisori - è ammontato lo scorso anno a quasi 410 milioni di tonnellate, con una progressione dell'8% circa rispetto al 2003. L'incremento - ha precisato l'associazione - ha avuto una particolare incidenza nei porti di Barcellona, Gijón e Valencia.
Presentando i primi dati sull'andamento della flotta spagnola nel 2004, il presidente di ANAVE, Juan Riva, ha detto che le compagnie spagnole non ordinano navi ad Izar perché il gruppo navalmeccanico spagnolo non è concorrenziale. Le compagnie - ha aggiunto - ordineranno navi ad Izar quando inizierà ad offrire prezzi competitivi. Secondo Riva l'aspetto della concorrenzialità dei prezzi si affianca a quello della situazione giuridica incerta che caratterizza Izar: «finché non sarà chiarita la sua situazione giuridica e finché non presenteranno un'offerta competitiva - ha spiegato - le compagnie di navigazione spagnole non faranno contratti con Izar». Inoltre Riva ha sottolineato come i cantieri navali spagnoli, così come quelli europei, dovrebbero accrescere la propria competitività puntando sulla tecnologia e la ricerca piuttosto che sulla riduzione dei costi della mano d'opera come avviene in altre aree mondiali.