Se lo domanda il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Giancarlo Zacchello, sconcertato dalla piega che ha preso la vicenda dei ripetuti sequestri dei carichi di rottami ferrosi delle navi che sono stati disposti dalla Procura di Venezia, che li considera rifiuti pericolosi.
«La vicenda dei rottami ferrosi - ha osservato oggi Zacchello - ormai ha superato i confini della nostra provincia diventando un caso nazionale».
La settimana scorsa il ministero dell'Ambiente ha inviato una lettera alle Capitanerie di Porto di Venezia e Monfalcone per chiarire la vicenda. Dopo la lettera, che - ha sottolineato Zacchello - «aveva chiarito, una volta per tutte, che i rottami ferrosi si potevano scaricare anche, e sottolineo anche, a Venezia, tutti si sentivano tranquilli, tranne la Procura di Venezia». Ieri infatti si è verificato un nuovo sequestro. «A questo punto, se neppure le raccomandazioni del ministro Matteoli sono servite per fare chiarezza sui materiali ferrosi, se neppure una legge dello Stato è servita per allineare il nostro porto agli altri scali nazionali - ha detto Zacchello - non so più cosa pensare».
Il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia si è dichiarato «fermamente solidale con gli operatori del porto di Venezia e con tutti i soggetti che lavorano in questo ambito». «L'Autorità Portuale, com'è nel suo ruolo e dovere promozionale - ha precisato - ha sempre sostenuto e continuerà a farlo gli operatori in questa partita ed è perciò pronta a sensibilizzare l'opinione pubblica su questa vicenda che rischia ancora una volta di penalizzare il porto veneziano».