Le navi delle società armatoriali private Alilauro, Alilauro-Gruson, Alicost, Procidamar, Giuffrè & Lauro, Pozzuoli Ferries, Traghetti Pozzuoli, Linee Lauro e Navigazione Libera del Golfo sono rimaste oggi all'ormeggio per uno sciopero deciso dalle nove compagnie per protesta contro il rincaro del petrolio e la concorrenza della compagnia pubblica Caremar del gruppo Tirrenia. Le compagnie private, che operano collegamenti marittimi nei Golfi di Napoli e Salerno, hanno presentato un esposto alla Commissione Europea e alla Corte dei Conti in merito ai finanziamenti a favore del gruppo Tirrenia stanziati con la finanziaria 2005 e a quella che ritengono essere «la conseguente concorrenza sleale a danno degli armatori privati».
Nell'esposto gli armatori hanno rilevato come la situazione si sia «ulteriormente deteriorata in virtù della politica tariffaria determinata con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del gennaio 2004 con il quale si è incrementato del 1% circa il costo del biglietto e si è concesso alle società pubbliche di praticare sconti del 40% ai gruppi turistici». «Paradossalmente quindi - hanno osservato le nove compagnie - la Caremar pratica ai gruppi turistici tariffe inferiori del 40% rispetto all'anno 2003 e lo Stato eroga maggiori contributi per ripianare le perdite». La situazione - hanno sottolineato gli armatori - «oltre a comportare spreco di denaro pubblico ha danneggiato il sistema dei trasporti marittimi nei Golfi di Napoli e Salerno atteso che le compagnie di navigazione private, schiacciate tra i maggiori costi di gestione delle flotte (dei quali l'aumento dei carburanti di circa il 60% in 12 mesi è solo un esempio) e l'impossibilità di adeguare le tariffe almeno quelle turistiche (N.B. per i servizi sociali »pendolari e residenti« la Regione fissa già tariffe pari a quelle della Caremar) ai maggiori costi del servizio a causa delle concorrenza della Caremar, sono in difficoltà nell'assicurare i servizi».
Allo sciopero effettuato dalle nove compagnie ha aderito anche la Moby, che oggi ha fermato i suoi traghetti per l'isola d'Elba dalle 14:30 alle 16:30 «per protestare - ha spiegato la compagnia di Vincenzo Onorato - contro la concorrenza sleale praticata dalla compagnia di Stato».