La Commissione Europea ha vietato all'Italia di attuare un programma di aiuti ai cantieri navali nazionali destinato a coprire i rischi legati ai prestiti concessi per la conversione e la trasformazione delle navi negli stabilimenti cantieristici italiani. Il piano - ha spiegato oggi Bruxelles - «è incompatibile con le regole comunitarie che vietano gli aiuti di Stato che falsano la concorrenza all'interno del mercato unico (articolo 87)». «L'attuazione di questo regime di garanzie - ha precisato il commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes - avrebbe avuto un impatto negativo significativo sui cantieri navali europei concorrenti in quanto non impone un premio adeguato e non comporta un'appropriata differenziazione del rischio».
La Commissione Europea aveva avviato un'indagine formale sul programma italiano nel 2003 dopo che nel maggio 2001 le autorità italiane avevano notificato l'approvazione del decreto di attuazione del fondo centrale di garanzia per il credito navale istituito con la legge n. 261 del 31 luglio 1997 ("Rifinanziamento delle leggi di sostegno all'industria cantieristica ed armatoriale ed attuazione delle disposizioni comunitarie di settore").
Il fondo, che non è ancora operativo - ha ricordato la Commissione - «è destinato alla copertura dei rischi del mancato rimborso dei prestiti per la conversione e trasformazione di navi concessi da banche ad armatori italiani e stranieri per lavori effettuati in cantieri navali italiani. Il Fondo doveva fornire garanzie di secondo grado del tipo detto end-financing, con un premio una tantum stabilito nella misura del 2,3% dell'importo garantito, per prestiti di 12 anni, che corrisponde a un premio annuo dello 0,5%». «A norma delle regole comunitarie per la costruzione navale - ha aggiunto l'esecutivo europeo - i regimi di garanzie statali a favore di prestiti alla costruzione navale sono ammissibili solo in assenza di elementi di aiuti di Stato. Regole generali per valutare se una garanzia o un regime di garanzia contengono aiuti sono contenute nella comunicazione della Commissione sulle garanzie. La Commissione ha constatato che il fondo non soddisfaceva le condizioni contenute in detta comunicazione. In particolare il premio corrisposto ai beneficiari non era conforme al mercato ed era insufficiente per coprire tutti i costi del regime. Inoltre il fondo avrebbe applicato lo stesso premio a tutti gli utenti, a prescindere dai rischi individuali del progetto».
Nel 2003 la Commissione Europea aveva approvato regimi tedeschi per garanzie al finanziamento delle navi in quanto prevedevano premi adeguati e premi differenziati a seconda del rischio.