Feport (Federation of European Private Port Operators) chiede che il testo della proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali sia riscritto. Lo ha ribadito oggi Cecilia Batteistello, presidente della federazione a cui fanno capo i terminalisti europei, nel corso dell' svoltasi a Bruxelles.
«Ai porti e agli operatori terminalistici - ha osservato Cecilia Battistello - ci sono voluti decenni di investimenti, sforzi enormi e una determinazione unica per sviluppare i nostri porti europei. I costi di movimentazione portuale meno elevati di tutto il mondo sono nel Sud Europa. I secondi tra i più bassi sono in Nord Europa. I costi di movimentazione europei sono pari alla metà dei costi dei porti asiatici e ad un terzo di quelli degli Stati Uniti. Ciò è possibile data l'efficienza e la competitività del mercato. Pertanto non c'è la necessità di un quadro giuridico. Comunque, dov'è la prova che ne abbiamo bisogno?».
«Sì - ha rilevato ancora il presidente di Feport - è vero che la proposta di direttiva è differente dalla prima (bocciata dal Parlamento europeo il
20 novembre 2003, ndr). L'attuale testo della proposta minaccia le performance dei porti europei nel momento stesso in cui l'Europa deve far fronte a molte sfide».
Secondo Feport, «prima di qualsiasi normativa sull'accesso al mercato l'Europa ha bisogno di linee guida sugli aiuti di Stato e sulla trasparenza e, urgentemente, di una normativa comune per regolamentare i dragaggi dei porti europei».