La nomina di Bruno Lenzi a presidente dell'Autorità Portuale di Livorno, decisa ieri dal Consiglio dei ministri dopo che la scorsa settimana la Consulta aveva dichiarato illegittima e quindi annullata la nomina dello stesso Lenzi a commissario dello scalo labronico, ha innescato una serie di decise reazioni a livello locale: «non ci piegheremo alla nuova imposizione» ha detto il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini; «è un atto grave» secondo il presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà; «siamo esterrefatti», ha dichiarato il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. Ma anche il presidente dell'Associazione Porti Italiani (Assoporti), Tommaso Affinita, ha definito «opinabile» il modo in cui si è giunti alla nomina di Lenzi.
Il governatore della Toscana ha annunciato ricorso contro la nomina di Lenzi. «Continueremo a dare battaglia, con tutte le nostre forze - ha precisato Martini - finché il buon diritto non prevarrà. Lo faremo in nome della legge, della dignità della Toscana, di un diverso rapporto tra governo e Regioni». «È un triste spettacolo di protervia - ha aggiunto - che manifesta più debolezza e miopia che non salute muscolare. E che sicuramente non ci spaventa né ci impressiona. A dire il vero speravo in un atto di saggezza del governo, in un gesto di rispetto per la Corte Costituzionale, per la legge, per le istituzioni livornesi. O almeno in una soluzione ponte, che evitasse altre lacerazioni e riaprisse un corretto dialogo istituzionale. Niente, non c'è stato niente di questo. Nemmeno una telefonata del ministro, almeno per spiegare i perché di una scelta così assurda ed inaccettabile. Niente. L'arroganza del governo supera la fantasia ed ancora una volta non c'è stato un minimo segno di apertura». «Il più grande rammarico - ha proseguito - è oggi per l'ulteriore rischio di paralisi e di declino del porto di Livorno, motore cruciale dell'economia toscana e nazionale, penalizzato ed umiliato nelle sue potenzialità dalle scelte del governo. Le forze imprenditoriali che puntano sul rilancio della logistica sappiano che il governo sta condannando il porto a ritardi che peseranno per lunghi anni e che si ripercuoteranno su tutta l'economia toscana».
«Ci sono ministri toscani - ha dichiarato l'assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture della Regione Toscana, Riccardo Conti - che si stanno prestando, mi auguro inconsapevolmente, a danneggiare il porto di Livorno a vantaggio di altri porti collocati più a sud».
«Il sospetto che anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale il governo volesse continuare nel proprio atteggiamento, in dispregio delle leggi e dei normali rapporti istituzionali - ha detto sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi - non era assente; sicuramente non lo era in tutti coloro che ormai da anni seguono le incredibili vicende del porto di Livorno. Ma la notizia della nomina di Bruno Lenzi a presidente dell'Autorità Portuale, arrivata proprio mentre Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio erano riuniti insieme alle forze imprenditoriali e sociali della città per discutere delle priorità dello scalo livornese, dei grossi nodi da sciogliere, delle strategie per il suo rilancio, è stata ugualmente deflagrante, lasciando tutti esterrefatti. I danni saranno infatti molto gravi, sotto molti aspetti, e questo il governo ed i suoi ministri lo sanno bene. Ciò che davvero è inaccettabile è il non aver tenuto in considerazione in alcun modo gli effetti che questa decisione può generare sul territorio». «La Camera di Commercio, il Comune, la Provincia - ha ricordato Cosimi - hanno formato un lotto di nomi in cui non era presente il nome indicato dal governo. Questo vuol dire che chi rappresenta l'economia e le istituzioni di una città e di un territorio non è titolato, per questo governo, a rappresentarlo».
«È giunto il momento - ha dichiarato il presidente di Assoporti, Tommaso Affinita - di un intervento legislativo urgente sulle procedure di nomina dei presidente delle Autorità Portuali; siamo ormai di fronte ad una vera e propria emergenza istituzionale che rischia di destabilizzare il mondo della portualità, introducendo fattori di precarietà e di confusione che non giovano certo a rafforzare il ruolo dei porti italiani». «Desidero - ha aggiunto - confermare grande stima per l'amico Bruno Lenzi e per il suo operato, in condizioni difficili, come commissario a Livorno; resta tuttavia opinabile il modo in cui si è giunti alla sua nomina a presidente; è questo l'ultimo episodio che si aggiunge alla recente sospensione dell'amico Caramia a Taranto per una formalistica interpretazione da parte degli organi di giustizia amministrativa, mentre incombe su Trieste la pronuncia della Corte Costituzionale per la nomina di Marina Monassi».
«Non è possibile - ha osservato Affinita - che la guida dei grandi porti nazionali dipenda ormai dalle pronunce giurisdizionali o da forzate interpretazioni della peraltro farraginosa normativa esistente; le ultime modifiche alle procedure di nomina introdotte dal decreto legge n. 136 del maggio 2004 hanno aggravato ancor più la situazione accentuando la già forte conflittualità tra governo e Regioni».
«Si impone a questo punto - ha concluso il presidente di Assoporti - una scelta legislativa chiara che, a mio avviso, pur coinvolgendo nella fase di designazione le istituzioni locali, riporti poi in capo al governo la responsabilità della scelta dei manager che sono chiamati a governare realtà complesse come i grandi porti italiani; la sfida della competitività, a livello internazionale, si vince anche così, garantendo una guida autorevole e qualificata alle Autorità Portuali, attraverso una procedura che si liberi da condizionamenti localistici».
È stato intanto convocata per sabato prossimo alle ore 10.00, presso il Palazzo comunale di Livorno, una seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale di Livorno sulla portualità, che sarà incentrata sulla nomina di Bruno Lenzi a presidente dell'Autorità Portuale.