ORDINE DEL GIORNO
Si sono riuniti a Roma - aderendo ad una iniziativa di Assoporti - i rappresentanti dell'intero comparto marittimo-portuale i quali hanno anzitutto manifestato le loro forti preoccupazioni per la perdita di competitività della portualità italiana rispetto agli altri scali marittimi mediterranei e nord-europei, com'è evidenziato dalla flessione registratasi nell'andamento dei traffici commerciali.
Si rischia così di mettere in crisi un settore sicuramente strategico per l'economia nazionale considerato che esso concorre per circa il 2,3% al PIL, e tenuto conto altresì che l'80% del complessivo volume di export-import del nostro Paese è movimentato attraverso gli scali portuali, chiamati inoltre ad intercettare le correnti di traffico che, in misura crescente, passano attraverso le rotte del Mediterraneo.
È stata pertanto condivisa l'esigenza di mettere in campo una complessiva politica per il comparto marittimo-portuale in grado di corrispondere, in una logica di sistema, all'importanza della competizione in atto sui mercati internazionali e di offrire certezze agli operatori privati per evitare una fuga di investimenti dal settore portuale e della logistica.
In questo quadro, le rappresentanze del mondo marittimo-portuale hanno posto l'accento sulle pesanti ricadute, derivanti per le Autorità portuali, dal persistere dei vincoli alla spesa infrastrutturale, introdotti dalla finanziaria del 2005 e non rimossi dal d.d.l. finanziaria per il 2006, ora all'esame del Senato.
Tali limiti di spesa stanno determinando un sostanziale blocco alla programmazione e realizzazione delle opere necessarie per il potenziamento infrastrutturale degli scali marittimi italiani, con la conseguenza di compromettere definitivamente l'efficienza e la concorrenzialità a livello internazionale.
È stato altresì sottolineato che molte Autorità portuali si trovano nella impossibilità di far fronte a servizi essenziali, come ad esempio quelli relativi alle procedure di security anti-terrorismo, a causa delle limitazioni previste anche sul versante della spesa corrente, con conseguenti ripercussioni sulla quotidiana operatività dei nostri scali.
Tenuto conto poi del difficile andamento congiunturale che si riflette sui livelli d'impiego dei lavoratori portuali, si è concordato sull'esigenza di prevedere nel d.d.l. finanziaria la copertura, per l'anno 2006, dell'onere relativo alle giornate di mancato avviamento, come già accaduto per l'anno in corso.
In conclusione, l'intero comparto marittimo-portuale ha concordemente sollecitato il Governo e il Parlamento affinché, nel corso dell'iter della finanziaria, vengano introdotti i correttivi intesi a rimuovere tutti i predetti vincoli di spesa per le Autorità portuali nonché a garantire la copertura per il mancato avviamento dei lavoratori, in modo da consentire un incisivo rilancio della portualità italiana al servizio del sistema - Paese.
Roma, 25 ottobre 2005
ASSOPORTI ANCIP ANGOPI ANTEP ASSITERMINAL ASSOCOSTIERI ASSOLOGISTICA ASSORIMORCHIATORI COM. NAZ. COORD. UTENTI E OP. PORTUALI CONFETRA CONFINDUSTRIA CONFITARMA FEDARLINEA FEDERPILOTI FEDERAGENTI FEDERAZIONE DEL MARE FEDESPEDI FISE UNIPORT FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI
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