L'Unione Interporti Riuniti (UIR) chiede subito una legge obiettivo per il Sud Italia che individui le «dieci opere davvero indispensabili per lo sviluppo della logistica», puntando ad alcuni obiettivi importanti e raggiungibili: valorizzare un aeroporto (Comiso) per l'air cargo mediterraneo, realizzare distretti logistici attrezzati all'interfaccia con i distretti logistici asiatici e concentrando le attività di "ultimo miglio logistico-industriale" che le imprese italiane da sole raramente riescono a sostenere, aumentare i fondali di alcuni porti per accogliere le navi giganti, costruire sistemi portuali integrati e specializzati partendo dall'asse Augusta - Gioia Tauro che va indirizzato ai collegamenti via ferrovia sul corridoio Sud Italia-Germania.
Il presidente dell'UIR, Rodolfo De Dominicis, che nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione ha presentato a Roma un documentato dossier sullo "stato della logistica italiana", ha sottolineato come in questi anni - al netto dei successi registrati dai porti meridionali, Gioia Tauro in primis, ma anche Salerno - il deficit infrastrutturale del Mezzogiorno si sia accentuato visibilmente: in 15 anni (1991-2004) l'indice di dotazioni al servizio della mobilità (reti stradali, ferrovia, aereoporti, reti telematiche) nel Centro Nord è salito di alcuni punti percentuali (+2%), mentre nel Sud Italia è sceso di quasi quattro punti percentuali.
Il traffico merci ferroviario - ha osservato De Dominicis - è diminuito del 6%, ma la flessione sarebbe stata ancora maggiore se non fosse intervenuto il trasporto combinato che è cresciuto del 3% ed è in larga misura supportato dalle attività interportuali. E proprio nel Sud gli interporti sono insufficenti, e quindi viene meno tale apporto fondamentale al trasferimento del traffico merci di lunga percorrenza dalla gomme al ferro.
Inoltre, nel settore aereoportuale, Catania è il primo aeroporto cargo, ma movimenta 1/36 di quello di Milano Malpensa.
Tutto questo - ha sottolineato il presidente dell'UIR - mentre lo stato delle interconnessioni fra strutture raggiunge livelli paradossali, per esempio «Interporto e Porto di Bari non sono collegati per l'interramento del binario. L'inadeguatezza rispetto agli standard europei è nettamente visibile. Le sagome ferroviarie a sud di Napoli sono altre rispetto a quello del resto dei Paesi UE. Ci sono interi tratti non elettrificati. Il doppio binario, spesso, è inesistente».
Ad aggravare la situazione, già deprecabile, vi è la disastrosa mancanza di specializzazione: «le infrastrutture - ha detto De Dominicis - si fanno concorrenza nell'accaparramento delle risorse pubbliche. È il caso emblematico dei porti posti a pochi chilometri l'uno dall'altro e protesi, spesso, tutti insieme contemporaneamente, a costruire banchine per la medesima attività». Ciononostante - ha concluso il presidente degli interporti italiani - «l'unico settore infrastrutturale in cui il Sud batte il Nord è quello dei porti. Ma neanche in questo caso c'è da rallegrarsi. Infatti mancano gli interporti, sono insufficienti i magazzini. Le connessioni quasi non esistono. E per questo restano un sogno per il Mezzogiorno le autostrade del mare».