La Federmar-Cisal, sottolineando l'altissima partecipazione degli equipaggi delle navi e dei traghetti allo sciopero odierno indetto dalle confederazioni sindacali, che è stato prolungato all'intera giornata dai sindacati di categoria dei marittimi, ha rilevato come la protesta dei lavoratori del mare, «oltre ad essere rivolta contro i tagli ed i mancati rifinanziamenti apportati dal governo nella Finanziaria 2006 su interventi a suo tempo decretati a sostegno del comparto (sovvenzioni per la flotta pubblica, contributi per il cabotaggio, rimborsi per i corsi obbligatori dei marittimi, ecc.), coinvolga problemi specifici della categoria che da lungo tempo rimangono irrisolti a causa della posizione estremamente negativa assunta dalle associazioni che rappresentano gli armatori, Confitarma e Fedarlinea».
«In primo luogo - ha ricordato l'organizzazione sindacale - l'applicazione della normativa sull'orario di lavoro prevista dal decreto legislativo 271/99 e successive modificazioni, rimasta finora inattuata. Al riguardo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha convocato le parti per un esame della materia che si presenta alquanto complessa poiché investe l'intero campo della contrattazione, dai contratti collettivi di lavoro ai contratti integrativi aziendali (limiti dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale, lavoro straordinario, turnistiche, riposi compensativi, ecc.). Inoltre l'applicazione della legge sull'amianto ai marittimi, rientranti in tale ambito ma rimasti esclusi per la mancata osservanza da parte delle aziende armatoriali della procedura richiesta».
«In questi ultimi anni - secondo Federmar-Cisal - l'armamento, sia pubblico che privato, ha beneficiato di ingenti risorse per centinaia e centinaia di euro all'anno in virtù dei varie leggi emanate a favore del settore marittimo quali istituzione del Registro Internazionale, ormai esteso pressoché all'intero armamento, e della tonnage-tax: gli stessi armatori hanno invece bloccato tutti quei provvedimenti che sono stati stabiliti a vantaggio dei marittimi e dell'occupazione».
«Qualora questa situazione che sta penalizzando i marittimi dovesse perdurare - ha concluso l'organizzazione sindacale - la Federmar-Cisal proporrà agli altri sindacati di categoria - Filt/Cgil, Fit/Cisl, Uiltrasporti e Ugl/Mare - una nuova giornata di sciopero per la metà del prossimo gennaio».