Italia e Spagna hanno siglato ieri un'intesa sulle autostrade del mare con la quale si impegnano a collaborare allo sviluppo di questa modalità di trasporto marittimo. Sarà creato un gruppo di lavoro misto che avrà il compito di elaborare un progetto di accordo intergovernativo che preveda gli impegni finanziari delle parti e le modalità di gestione operativa e di proporre nuovi strumenti informatici, tecnologici e normativi, inclusi gli incentivi per l'autotrasporto, in grado favorire l'avvio e di garantire il successo del progetto sulla base delle esperienze già avviate congiuntamente in ambito Marco Polo e in corso di presentazione al quarto programma quadro per le autostrade del mare.
L'intesa è stata firmata per il governo italiano dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, e per l'esecutivo di Madrid dal ministro delle Infrastrutture, dei Lavori pubblici e dei Trasporti, Magdalena Álvarez Arza. I due ministri hanno sottolineato la necessità di lavorare in stretta collaborazione con la Commissione Europea e di sollecitare il sostegno finanziario comunitario principalmente nell'ambito dei fondi destinati alla Rete Transeuropea dei Trasporti e al programma Marco Polo.
«Si tratta - ha detto Lunardi - di un accordo fondamentale considerati i flussi di traffico merci fra Italia e Spagna che viaggiano sulle strade. Le autostrade del mare in Italia sono già una realtà che ha consentito di raddoppiare in circa quattro anni il numero di mezzi pesanti che scelgono la nave quale alternativa alla strada. E sempre di più, in futuro, le autostrade del mare contribuiranno a decongestionare il traffico nei grandi assi autostradali e nelle zone sensibili dei Pirenei e delle Alpi, attraverso un significativo trasferimento di mezzi pesanti dalla modalità stradale a quella marittima».
L'accordo tra le due nazioni è stato accolto con soddisfazione da presidente del gruppo Grimaldi di Genova, Aldo Grimaldi, che - con Grandi Navi Veloci - ha avviato il servizio di autostrada del mare Genova-Barcellona. «Ci auguriamo - ha però osservato oggi Aldo Grimaldi - che le buone intenzioni non restino, ancora una volta, lettera morta».