L'Associazione fra le Imprese di Spedizione e Agenzie Marittime della provincia di Venezia ha accolto oggi con entusiasmo il via libera del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, alle nuove strutture che saranno realizzate dalla locale Autorità Portuale per implementare il traffico crocieristico alla Marittima e all'escavo fino a 32'' del Canale di grande navigazione Malamocco-Marghera. L'associazione si è dichiarata pronta a schierarsi «in prima linea per dare alla crescita del porto quel necessario "start up" per incominciare a parlare di vera ripresa».
In verità l'associazione degli spedizionieri e delle agenzie marittime di Venezia dovrà restare ai blocchi di partenza. Infatti, in una lettera inviata da Cacciari al presidente dell'Autorità Portuale, Giancarlo Zacchello, il sindaco smentisce quelle che sono state riferite da un quotidiano come le sue «"clamorose" smentite alle posizioni del vice sindaco». «Smentite che, come sai benissimo - ha scritto Cacciari - non ci sono mai state, poiché ieri mi sono limitato ad ascoltare le tue ragioni con l'attenzione di sempre e come sono abituato a fare quando non sono dettagliatamente informato di qualcosa. Ed esclusivamente quello che tu mi hai detto ho ripetuto al solito giornalista di turno alla mia porta, a caccia di gossip e di tempeste in bicchieri d'acqua. L'onorevole Vianello parteciperà come rappresentante dell'amministrazione al Comitato Portuale e in quella sede interverrà a nome mio e di tutta l'amministrazione, con lo spirito di collaborazione tra istituzioni che, spero riconoscerai, contraddistingue il mio operato. Sono certo che ogni eventuale differenza di valutazione verrà superata per lo sviluppo del porto e quindi per il bene della città».
«Apprendo con piacere la smentita del sindaco - ha commentato il vice sindaco di Venezia, Michele Vianello - resta quindi fondata la contrarietà alla procedura seguita dall'Autorità Portuale in merito alla costruzione di un nuovo Terminal Passeggeri nonché alla costruzione di una darsena per imbarcazioni turistiche a Marghera. Tale contrarietà nasce dal mancato rispetto da parte dell'Autorità Portuale dei commi 2 e 3 dell'articolo 5 della legge (28 gennaio 1994, n. 84 Riordino della legislazione in materia portuale), nei quali si afferma che "le previsioni del piano regolatore portuale non possono contrastare con gli strumenti urbanistici vigenti" e che "il piano regolatore portuale è adottato dall'Autorità Portuale, previa intesa con il Comune o i Comuni interessati».
È evidente quindi che, alla luce delle prescrizioni di legge, se non subirà variazioni, difficilmente il piano operativo triennale 2005-2007 presentato dal porto, potrà essere votato nella seduta che si terrà nel mese di gennaio. Naturalmente sarà compito mio e dell'assessore comunale all'Urbanistica, con il quale lavoriamo in pieno concerto, confrontarci con i membri nominati dal Comune in Commissione di Salvaguardia".
Tutto come prima quindi: le strategie del Comune e dell'Autorità Portuale per lo sviluppo del porto e della città non collimano. Ma non è una novità in Italia, dove sovente i porti sono considerati un corpo estraneo nel tessuto cittadino piuttosto che un patrimonio economico da custodire e da far fruttare.
B.B.