Confitarma (Confederazione Italiana Armatori) sollecita il governo a fare chiarezza sul futuro di Tirrenia e chiede la cessazione delle distorsioni del mercato determinate dai finanziamenti alla compagnia di navigazione pubblica.
«Lo avevamo detto con chiarezza quando per la prima volta era stato ipotizzato l'inserimento in Finanziaria di un apposito stanziamento di 29,9 milioni di euro per consentire alla sola Tirrenia di Navigazione la copertura degli extracosti derivanti dall'incremento nel costo di combustibile e dall'andamento negativo del traffico registrato dalla stessa compagnia di navigazione pubblica nel corso del 2005», ha detto oggi il presidente di Confitarma, Nicola Coccia. «Lo ribadiamo con maggiore forza oggi che le misure varate del governo con il cosiddetto decreto mille-proroghe - ha aggiunto - realizza una situazione quasi da manuale di perfetta distorsione del mercato e della concorrenza».
Coccia ha sottolineato come vengano penalizzate le aziende armatoriali private, «che hanno dato più di una prova di efficienza ed economicità del servizio», mentre viene beneficiata sul solo fronte pubblico Tirrenia di Navigazione «grazie ad ulteriori aiuti che accentuano in modo gravissimo un quadro già di per sé distorsivo della concorrenza e del mercato». «Da un lato - ha rilevato Confitarma - vengono azzerati gli sgravi contributivi che rappresentano uno strumento indispensabile per garantire uno sviluppo dei servizi e delle autostrade del mare; dall'altro, si forniscono alla Tirrenia di Navigazione, ultimo baluardo della presenza pubblica europea nel settore dei servizi marittimi, mezzi per coprire le perdite di bilancio e per affrontare presenti e futuri rincari nei costi di gestione».
«Non si tratta più di una battaglia di principi. Dopo tanti rinvii nelle scelte di privatizzazione - ha concluso Coccia - è ora giunto il momento di fare chiarezza sul futuro destino della Tirrenia, anche nel quadro di un mercato comunitario aperto alla concorrenza».
Intanto oggi Cna Fita ha dichiarato di essere pronta a collaborare con gli armatori per comprare Tirrenia. «Siamo disponibili a stringere alleanze con gli armatori - ha detto il responsabile nazionale dell'associazione dell'autotrasporto, Maurizio Longo - anche per collaborare alla acquisizione di Tirrenia e ottenere finalmente servizi di collegamento che, lungo le rotte delle autostrade del mare, corrispondano per davvero alle esigenze dell'autotrasporto». Se la volontà è davvero quella di favorire uno spostamento di traffico alle autostrade al mare - ha osservato Longo - «non si può pensare di non intervenire sul vettore pubblico, sul quale il mondo dell'autotrasporto non può esimersi dall'esprimere un giudizio fortemente negativo». «Giudizio - ha spiegato Cna Fita - che è avvalorato da una serie di scelte compiute dalla compagnia statale. Ultima in ordine di tempo, quella assunta il primo febbraio scorso che ha imposto agli autotrasportatori un rincaro di un euro per metro lineare di carico, dopo che già nel dicembre scorso la stessa Tirrenia aveva annullato qualsiasi agevolazione e sconto, ivi compreso quello sul trasporto dei vuoti. È da diversi mesi, inoltre, che l'autotrasporto sottolinea i danni prodotti da scelte compiute dai vertici Tirrenia senza valutare o ascoltare le istanze della domanda. In questo quadro si colloca la decisione del 2 febbraio scorso di sospendere la linea Catania-Venezia, la sospensione, ai primi di dicembre, della Livorno-Catania e analoghe scelte che verrebbero compiute per la tratta Genova-Sicilia».
«È curioso - ha osservato Longo - che mentre il governo, aderendo ad una precisa e reiterata sollecitazione del presidente della Repubblica, sostenga, quanto meno sul piano delle dichiarazioni, lo sviluppo delle autostrade del mare, proprio la compagnia pubblica ne impedisca il decollo».