L'Ipsema (Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo) e la direzione generale per l'Attività Ispettiva e per l'Innovazione Tecnologica del ministero del Lavoro hanno siglato un protocollo d'intesa che prevede, tra l'altro la cooperazione per l'attuazione di ricerche e studi sulle nuove forme contrattuali del lavoro marittimo e le possibili contromisure sul fenomeno del sommerso.
«L'Ipsema - ha detto il presidente di Ipsema, Antonio Parlato - è un ente altamente specializzato nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali che possono colpire i lavoratori del mare. Proprio partendo dall'analisi degli infortuni, abbiamo verificato la possibile presenza di sacche di lavoro sommerso che l'istituto ritiene non si possa escludere in alcuni comparti, come quello della grande nautica da diporto (visto il numero quasi insignificante di infortuni che vengono denunciati e delle scarse imbarcazioni iscritte) o della pesca. Attraverso la collaborazione con il ministero del Lavoro vogliamo rafforzare il nostro ruolo di vigilanza all'interno del mondo del lavoro marittimo, cercando di far emergere le eventuali situazioni di illegalità. Illegalità che riguardano in misura non trascurabile i marittimi extracomunitari impiegati a bordo delle navi e che, tra l'altro, non godono di forme di tutela assicurativa pubblica, o la manovalanza minorile, fenomeno verso il quale l'istituto dedica grande attenzione, intensificando la sua attività di prevenzione e di vigilanza soprattutto per quelle navi che battono bandiera estera iscritte al Registro Internazionale Italiano».
«L'accordo con l'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo - ha dichiarato il direttore dell'Attività Ispettiva del ministero del Lavoro, Mario Notaro - si inserisce in un percorso di interventi che la mia direzione ha recentemente promosso, cercando di interpretare il ruolo della vigilanza sulle norme che regolano il mercato del lavoro, non più semplicemente applicando disposizioni, somministrando eventuali sanzioni e quindi svolgendo una pura attività ispettiva ma cercando di sviluppare una adeguata politica ispettiva».