Solo otto Regioni italiane su 20 hanno aggiornato il proprio Piano Regionale dei Trasporti. Lo rileva un'analisi condotta da Uniontrasporti dalla quale emerge che a fine dicembre 2005, tra le 14 Regioni dotate di un Piano Regionale vigente, risultato di un iter legislativo/amministrativo completo conclusosi con un voto del consiglio regionale, solo otto hanno provveduto ad aggiornarlo. Nelle altre Regioni i Piani sono in corso di approvazione o esistono solo documenti programmatici non dotati di efficacia giuridica.
«Scelte politiche, ma soprattutto la lunghezza dell'iter procedurale di formazione e di approvazione di un Piano Regionale - ha osservato oggi Uniontrasporti - sono i fattori principali che caratterizzano questo difforme comportamento delle altre Regioni. Tale aspetto riscontrato per le procedure di approvazione del Piano è generalmente legato al protrarsi del dibattito politico. Sotto il profilo contenutistico, normalmente sia i Piani Regionali dei Trasporti che gli altri documenti sostitutivi riflettono abbastanza fedelmente le priorità previste dalla programmazione europea e contengono riferimenti precisi alle fonti finanziarie disponibili sia in sede nazionale che europea. L'esposizione delle strategie e degli obiettivi è normalmente particolareggiata, spesso suddivisa tra indirizzi a contenuto strategico e quelli propriamente operativi, ma a volte con evidenti incoerenze tra i primi ed i secondi. Le analisi di inquadramento socio-territoriale che accompagnano i PRT sono normalmente
di buon livello e forniscono un quadro aggiornato della domanda e dell'offerta, ma esse fanno spesso da contorno alle effettive strategie».
La riforma del Titolo V della Costituzione - ha ricordato Uniontrasporti - delega maggiori poteri alle Regioni in materia di trasporti ed infrastrutture. Queste sono quindi chiamate a decidere - congiuntamente al governo centrale - su tematiche quali reti logistiche, viarie e porti. Secondo Uniontrasporti, così come sono strutturati attualmente gli strumenti regionali di programmazione dei trasporti non sono sufficienti a consentire alle Regioni lo svolgimento delle competenze loro affidate sotto il profilo decisionale e la successiva organizzazione degli interventi sul territorio (fase che la norma sembra affidare loro in via esclusiva). Per questi motivi Uniontrasporti suggerisce di «riflettere su un nuovo approccio alla programmazione regionale dei trasporti coerente con le nuove esigenze poste dal contesto legislativo in vigore e con le istanze di partecipazione che provengono dalla società civile». «Il consenso sulle scelte - ha rilevato la società degli enti camerali italiani - dovrebbe essere una delle componenti fondamentali del processo di programmazione onde evitare che nel passaggio dalla fase programmatoria a quella esecutiva intervengano fattori di disturbo che rendono quasi sempre incerti i tempi di realizzazione delle opere».
Lo studio di Uniontrasporti ha prodotto un database consultabile sul sito della società, contenente i dati ed i riferimenti fondamentali inclusi nei documenti programmatici regionali, che verrà aggiornato periodicamente.