Il Comitato Nazionale di Coordinamento degli Utenti e degli Operatori Portuali ha annunciato oggi che, «dopo un lungo ed estenuante contenzioso giudiziario, protrattosi per quattro anni, il Consiglio di Stato ha posto la parola fine all'annosa questione riguardante l'ambito di applicazione del "contratto dei porti", di cui all'art. 17, comma 13 della legge n. 84/94, stabilendo la sua applicabilità ai soli lavoratori portuali temporanei, cioè agli ex soci della Compagnia portuale, e non anche a quelli dipendenti dalle altre imprese portuali».
Il Comitato Nazionale di Coordinamento degli Utenti e degli Operatori Portuali ed alcune associazioni imprenditoriali ad esso aderenti - Confitarma, Fedarlinea, Federagenti e Fedespedi - avevano impugnato nel 2002 presso il TAR Lazio la nota ministeriale DEM/382 del 7/2/2001 con la quale si attribuiva di fatto ad un contratto sottoscritto, in ambito portuale, tra talune categorie datoriali, i sindacati ed Assoporti, valenza di natura corporativa, imponendolo a tutte le imprese portuali. «La nota ministeriale, infatti - ha ricordato il Comitato - invitava le Autorità Portuali e Marittime a disporre, negli atti di rilascio dell'autorizzazione all'esercizio di impresa portuale, l'applicazione di tale contratto di riferimento, come condizione imprescindibile per tutti gli operatori portuali che svolgano la loro attività in ambito portuale».
«Il Consiglio di Stato - ha sottolineato il Comitato - ha respinto tutti i ricorsi contro le sentenze del TAR Lazio presentati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal ministero del Lavoro, dall'Assoporti e dalle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti, sentenze che nel 2003-2004 avevano già accolto l'interpretazione sostenuta dal Comitato e dalle associazioni imprenditoriali. Il Consiglio di Stato ha quindi definitivamente sancito l'illegittimità della nota ministeriale e di tutti gli ulteriori provvedimenti consequenziali ed ha ordinato che da parte dell'amministrazione sia data pronta esecuzione alla sentenza».
Esprimendo soddisfazione per il pronunciamento del Consiglio di Stato, il Comitato ha auspicato «che la decisione del massimo organo di giustizia amministrativa possa favorire il superamento di inutili contrapposizioni e la ripresa di un dialogo costruttivo che per troppo tempo si è voluto impedire».