La siciliana LSI Logistica e Servizi Intermodali Srl ha accusato Trenitalia Logistica di aver ostacolato la sua attività. L'azienda di Catania, che opera dal 1999 collegando con treni shuttle diretti e completi la Sicilia con il nord Italia, ha ricordato di aver annunciato lo scorso marzo il raddoppio nel giro di due mesi dei collegamenti con il nord Italia (Milano) con il nord-est (Padova) e con il centro-nord (Lugo di Romagna), dopo averlo programmato con la struttura operativa di Trenitalia, passando così da 12 treni a 24 treni settimanali bidirezionali.
«Tuttavia - ha spiegato la società siciliana - ad oggi queste tracce, per svariate ragioni, non solo non sono state concesse da Trenitalia Logistica per mancanza di risorse, scoraggiando l'iniziativa della LSI a vantaggio di altri operatori dell'intermodale che operano in Italia in situazione di monopolio di fatto. Inoltre, si è impedito alla LSI di continuare ad operare autonomamente presso il terminal di arrivo di Milano Rogoredo imponendole di fatto un trasferimento immediato presso il terminal di Segrate ed obbligandola ad appoggiarsi per le operazioni terminalistiche al proprio concorrente, che può ad oggi operare nei terminal siciliani senza essere disturbato da alcuna forma di concorrenza».
«Quanto è accaduto - ha rilevato LSI - ci sembra che violi i requisiti di libera concorrenza imprenditoriale e parità tra le parti nei confronti di due aziende: della LSI, che ha dovuto sopportare due trasferimenti per cause di forza maggiore imposte dal gestore dell'infrastruttura negli ultimi 18 mesi (da Milano S. Cristoforo a Milano Rogoredo a Segrate), e della GMC Spa (azienda associata della LSI, ndr) che, non potendo più operare come MTO presso il terminal di Segrate, vede pesantemente compromessi se non addirittura vanificati gli investimenti in risorse umane e strumentali fatti in questi anni».
Lo scorso anno LSI ha operato 360 treni, contro i 152 effettuati nel 2002. Nel 2006 l'azienda, che ha la propria base logistica siciliana presso il terminal catanese di Cannizzaro, prevede di operare 510 treni completi (+200%).
LSI ha sottolineato come la situazione logistica della Sicilia sia ancora chiusa in una morsa determinata dal blocco della costruzione del ponte sullo stretto di Messina. «È ovvio - ha osservato la società - che la realizzazione del ponte costituisce uno strumento per il rilancio economico della Sicilia e di tutto il sud Italia. Quest'opera consentirebbe alle merci siciliane di arrivare nei mercati del nord Italia e nei mercati europei in un tempo di gran lunga inferiore all'attuale e a costi enormemente più bassi. Basti pensare che il tragitto Catania/Villa S. Giovanni oggi viene compiuto in circa 14 ore, mentre con il ponte potrebbe essere compiuto in un'ora e mezza. Questo minor tempo consentirebbe di adattare i treni shuttle anche alle produzioni ortofrutticole, che oggi viaggiano verso i mercati del nord solo via strada, con gli svantaggi ben noti a tutti, per l'ambiente e per la sicurezza. Il ponte sullo stretto consentirebbe inoltre la composizione di treni non più di soli 400 metri (vincolo imposto dall'uso dei traghetti) bensì di 500 metri e Trenitalia, dal canto suo, non sarebbe costretta a pagare il servizio di traghettamento, che oggi incide pesantemente su costo dell'intera traccia ferroviaria».