Questo pomeriggio, nel corso di un'audizione di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil alla commissione Trasporti della Camera dei deputati sull'ipotesi di privatizzazione di Fincantieri, i sindacati hanno espresso la loro decisa contrarietà alla cessione del gruppo navalmeccanico italiano ai privati attraverso la quotazione in Borsa e la vendita della maggioranza del pacchetto azionario della società.
«L'entrata in Borsa - ha sottolineato Fiom-Cgil - non ha alcun significato rispetto alle prospettive industriali di Fincantieri. La società, se ben gestita - ha osservato il sindacato - è in grado di produrre le risorse necessarie ai suoi piani di investimento e sviluppo (come si è dimostrato nel caso del recente acquisto di una quota di un cantiere in Germania). Del resto l'amministratore delegato ha comunicato ai sindacati che più del 90% di quanto verrà ricavato dalla collocazione in Borsa verrebbe destinato all'azionista (il Tesoro), mentre meno del 10% sarebbe utilizzato per la ricapitalizzazione. Un'operazione siffatta è una cartolarizzazione, una svendita per fare cassa». «Fincantieri - ha rilevato Fiom-Cgil - non ha i livelli di redditività e meno ancora la progressione di redditività che la Borsa pretende. Per questa ragione l'entrata in Borsa è destinata a distruggere la forza industriale di Fincantieri, che è oggi leader mondiale nel mercato delle costruzioni navali per le navi da crociera e i ferries oltre i 150 metri ed esporta l'80% del valore della sua produzione. È irresponsabile una scelta che rischia di portare alla liquidazione di una delle più importanti aziende manifatturiere del nostro paese con un forte radicamento occupazionale (25mila occupati senza considerare la filiera delle forniture) in molte regioni italiane».
La Uilm-Uil ritiene che «il sistema Italia non possa fare a meno di un settore strategico come la cantieristica». Secondo il sindacato, «per consolidare e sviluppare la crescita di Fincantieri per i prossimi anni occorre: mantenere unite le attuali attività produttive respingendo logiche di spacchettamento tra civile e militare; occorrono investimenti significativi su ricerca e sviluppo di nuovi prodotti per mantenere e crescere sul mercato mondiale». In merito all'eventuale privatizzazione, Uilm-Uil ritiene «che il governo italiano debba mantenere il controllo della società come azionista di riferimento per non disperdere un patrimonio economico, industriale ed occupazionale importante per il nostro Paese».
Il presidente della commissione Trasporti, Michele Meta, ha sollecitato un incontro urgente con i vertici di Fincantieri, possibilmente prima della data del prossimo 18 ottobre proposta dal gruppo navalmeccanico.