In una nota odierna, a firma del segretario nazionale Alessandro Pico, la Federazione Marittimi (Federmar) critica aspramente l'operato del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, arrivando a concludere che, pur non entrando «nella facoltà di questa organizzazione chiedere le dimissioni del ministro», «obiettivamente bisogna ammettere che esistono i presupposti per un tale atto».
Rilevando come Bianchi «occupi l'ultimo posto nel gradimento presso l'opinione pubblica dei componenti del governo», l'organizzazione sindacale sottolinea come la nomina del ministro si sia «via via rivelata una scelta infelice per reggere un dicastero importante come i Trasporti».
«Tra i tanti rilievi che gli possono essere mossi - osserva Federmar - emblematica al riguardo risulta la posizione del ministro sulla questione della flotta pubblica, ossia del Gruppo Tirrenia: pur candidamente confessando di non avere nemmeno dato una scorsa al piano industriale presentato dalla società, si lascia andare a considerazioni negative nei confronti dell'azienda, la quale tra l'altro appartiene allo Stato, con la conseguenza che in tal modo questa subisce un automatico deprezzamento per la sua futura privatizzazione (a meno che non si voglia svenderla)».
«Inoltre, sempre al riguardo - prosegue il sindacato - di una certa gravità appare la dichiarazione di un ministro, quello dei Trasporti per l'appunto, che a posteriori sconfessa l'operato del governo sulla decisione di prorogare al 2012 la scadenza della convenzione tra Stato e Gruppo Tirrenia: se non ne era convinto, almeno per opportunismo politico avrebbe dovuto lasciare all'Unione Europea la responsabilità di decidere se cassare o meno il provvedimento in questione».
«Come esponente della sinistra al governo - spiega ancora la nota - la sua gestione del ministero è deficitaria anche sul piano delle politiche per il lavoro: nonostante i ripetuti solleciti che gli sono stati rivolti, a distanza di due anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale la nuova normativa sull'orario del lavoro dei marittimi a bordo delle navi non è stata ancora applicata, né si sa quando lo sarà. Eppure sono disposizioni che interessano la sicurezza del lavoro e di riflesso quella della navigazione. Sembra quasi che venga prestata maggiore attenzione alla posizione degli armatori, i quali logicamente sono contrari all'attuazione di tali norme, che al miglioramento delle condizioni dei lavoratori».