Secondo i calcoli della Vancouver Port Authority (VPA), gli scioperi determinati dalla contrapposizione tra l'impresa ferroviaria Canadian National (CN) e il sindacato United Transportation Union (UTU) sul taglio di 2.800 macchinisti ed addetti del gruppo ferroviario hanno determinato una riduzione del 50% dei volumi movimentati nello scalo canadese e costi per 730 milioni a carico della merce.
La situazione - ha rilevato l'authority portuale - si sta ulteriormente deteriorando. «Il fatturato perduto dai nostri clienti - ha detto il presidente e CEO della Vancouver Port Authority, Gordon Houston - non può essere recuperato, visto che il network dei trasporti è tutto prenotato per i mesi a venire». Houston ha ricordato che all'effetto negativo degli scioperi si somma il rallentamento delle attività provocato dalle cattive condizioni atmosferiche.
Gordon ha sollecitato il ministro del lavoro, Jean-Pierre Blackburn, a nominare un mediatore per consentire una rapida soluzione delle controversie tra CN e UTU.
La Port Authority ha sottolineato che, se non sarà risolta velocemente la vicenda, «il porto assumerà iniziative per minimizzare gli effetti negativi per i propri clienti. I picchetti illegali - ha precisato - non saranno tollerati e il porto farà tutto il possibile per far sì che i picchetti legali non danneggino coloro che non sono parte della controversia».