Il presidente della compagnia di navigazione Moby Spa, Vincenzo Onorato, ha accolto con favore le dichiarazioni del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, sulla necessità di non ritardare la privatizzazione della compagnia pubblica Tirrenia. «Sono stato felice - ha commentato ieri Onorato - di leggere le dichiarazioni del ministro dei Trasporti Bianchi che, nella sostanza, asserisce che la Tirrenia è privatizzabile entro il 2008, senza arrivare alla proroga della convenzione con lo Stato. Oggi, il Governo si deve convincere che l'unica strada percorribile e d'attualità, nel contesto storico dei trasporti marittimi europei, è procedere senza ritardo alla privatizzazione della flotta di Stato, attraverso una gara pubblica, trasparente e non discriminatoria».
«Sono certo - ha spiegato il presidente della Moby - che oggi la Tirrenia ha numerosi potenziali acquirenti, tra cui armatori italiani e stranieri, fondi di private equity, che farebbero a gara per aggiudicarsi l'azienda. Quello dei contratti di lavoro e dell'occupazione è un aspetto importante e meritevole di attenzione da parte del governo, ma non tale da giustificare ritardi nel processo: quando il bando verrà finalmente lanciato, lo stesso dovrà certamente garantire i lavoratori e i livelli occupazionali , ma quello dei contratti è un falso problema: negli ultimi anni il numero del personale di bordo si è talmente contratto da scendere sotto i livelli occupazionali dei privati».
«Devo, al contrario - ha però aggiunto Onorato - esprimere ancora una volta la mia più profonda preoccupazione per la legge che proroga la convenzione Stato italiano-Tirrenia fino al 2012. Il mantenere in piedi in questo modo sussidi annui per oltre 200 milioni di euro è oggi, in questa Europa, inaccettabile. Come incomprensibile è che un'azienda che dichiara di andare verso la privatizzazione presenti un piano industriale che prevede la costruzione di ben 15 navi con un investimento di circa 300 milioni di euro. Dubito sia possibile costruire 15 navi con soli 300 milioni di euro ma , se pur questo fosse vero, chi finanzierà questa iniziativa? Ancora una volta lo Stato? È compatibile colla privatizzazione, gravare un'azienda che oggi ha già un indebitamento di un miliardo di euro, di un'ulteriore esposizione di questa portata? E per sostenere questo programma industriale quanto dovrà essere incrementata la sovvenzione annua che oggi è già di oltre 200 milioni di euro?»
«La via presa dal governo con la proroga della convenzione - ha concluso - è certamente criticabile e gravare la Tirrenia di un ingente, ulteriore indebitamento sembra in contrasto con la volontà di preparare sin da oggi la strada alla privatizzazione. Stiamo lavorando alle ultime fasi dell'esposto che presenteremo alla Commissione a Bruxelles nei prossimi giorni. È in gioco non solo la sopravvivenza dell'armamento privato che opera nel settore e l'occupazione che rappresenta, ma anche e soprattutto la credibilità in Europa del nostro Paese».