Sono cinque le priorità individuate dagli agenti marittimi genovesi per il rilancio del porto del capoluogo ligure: ristabilire immediatamente un clima disteso; creare un "patto forte" con i sindaci delle altre città portuali e di quelle metropoli interessate allo sviluppo del scalo genovese; porre come obiettivo strategico e centrale il sistema delle infrastrutture; definire una posizione chiara e netta sui progetti del grande porto del futuro; realizzare l'autoparco.
Le direttrici lungo le quali politica, amministratori e imprenditori dovrebbero muoversi per garantire a Genova un ruolo più baricentrico rispetto al mercato europeo e ai traffici mondiali sono state delineate oggi da Filippo Gallo, presidente dell'Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi Agenti Aerei - Genova (Assagenti), nella relazione all'assemblea dei soci, svoltasi presso Villa lo Zerbino a Genova, che pubblichiamo nella rubrica "
Forum dello shipping e della logistica".
Gli agenti marittimi ritengono che talvolta le istituzioni non si muovano affatto lungo tali linee guida, anzi viaggino verso direzioni differenti. Gallo ha sottolineato innanzitutto lo scollamento che avverte tra gli operatori e l'Autorità Portuale ed ha auspicato che quest'ultima torni ad essere una "casa comune" portatrice degli interessi imprenditoriali e commerciali. Ma ha criticato anche il recente disinteresse della politica per i problemi portuali: si rileva «l'impressione - ha detto - che alcune, se non tutte, le istituzioni e gli enti locali abbiano fatto un passo indietro, siano rimaste volontariamente in silenzio sulle pressanti questioni di interesse portuale».
Ad esempio gli agenti marittimi auspicano che il Comune compia passi avanti. Il neosindaco Marta Vincenzi, intervenuta all'assemblea poco prima della cerimonia di passaggio delle consegne con l'ex primo cittadino Pericu, ha promesso il rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale.
Gli agenti chiedono anche di ristabilire un clima disteso. C'è litigiosità in porto e fuori. Nel suo intervento il presidente dell'Autorità Portuale, Giovanni Novi, ha detto che il tribunale amministrativo regionale «è una sciagura» per i ritardi e i blocchi che le sentenze del Tar hanno comportato per l'operatività portuale.
Invece, secondo l'assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti della Regione Liguria, Luigi Merlo, che ha raccolto il plauso di molti rappresentanti degli operatori, «la litigiosità è frutto della carenza di programmazione».
Se Gallo ha sollecitato le istituzioni a «definire una posizione chiara e netta sui progetti del grande porto del futuro, o riprendendo l'affresco di Renzo Piano e dandogli una connotazione molto più industriale e portuale di quella attuale, oppure sposando altri interessanti progetti che privilegiano questi aspetti», Novi ha invitato invece gli operatori a «non pensare ad altri progetti» e ad impegnarsi a sostenere il progetto di nuovo waterfront portuale disegnato dall'architetto Piano che - ha ricordato - è stato approvato dal Comitato Portuale.
Intanto, in attesa della realizzazione degli interventi previsti dal piano regolatore portuale in vigore, dal progetto di Renzo Piano o di altre iniziative, il porto rischia lo stallo. Da ieri è in atto un blocco dell'attività a Voltri causato dalla protesta degli autotrasportatori esasperati dalla lentezza delle operazioni di scarico e carico in porto. Tale situazione, secondo il presidente dell'associazione degli spedizionieri genovesi, Piero Lazzeri, non è che un altro dei sintomi di una malattia che sembra non avere decorso positivo. Il porto - ha aggiunto - corre il serio rischio di bloccarsi da un momento all'altro.
Medesime le sensazioni di Luigi Negri, che rappresenta i terminalisti portuali genovesi. «Per i terminal operators - ha detto - è uno dei momenti più negativi della nostra vita operativa». Se, nell'immediato, il blocco a Voltri - ha spiegato - «determina danni incalcolabili», in generale il porto di Genova è «tagliato fuori dai grandi traffici mondiali. Ci dobbiamo accontentare - ha osservato - di essere un porto regionale».
Negri ha invocato una maggiore attenzione ai problemi del porto. «Investiamo soldi nell'aeroporto e non nel porto - ha rilevato - e non mi sembra che intorno a Genova ci siano aerei che non riescono ad atterrare; mi sembra invece che ci siano contenitori che devono aspettare».
Il porto di Genova ha i suoi problemi, ma è l'intera portualità italiana a non essere in piena salute. Un rimedio - secondo alcuni - consiste nella revisione della legge 84/94 di riforma portuale. L'assessore regionale Merlo si è dichiarato però pessimista sugli esiti della discussione avviata in tal senso, esclusivamente alla ricerca - ha specificato - «di una mediazione minimale».
B.B.