L'ANAVE, l'associazione degli armatori spagnoli, boccia senza appello l'azione politica passata, presente ed anche futura della Commissione Europea in tema di porti. «Dieci anni di discussioni ed uno di consultazioni senza che nulla sia cambiato nei porti europei», «dieci anni che, considerato com'è andata - è l'analisi impietosa dell'Asociación de Navieros Españoles - ci saremmo potuti risparmiare, perché la conclusione è che nulla sta cambiando». Lo scenario portuale europeo - sottolinea l'associazione in un editoriale - è statico, cronicamente fermo.
Nulla - ritiene l'ANAVE - sembra infatti destinato a mutare nei prossimi anni. L'associazione spagnola ricorda che nei giorni scorsi, intervenendo all'assemblea annuale dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), il vicepresidente della Commissione Europea, Jacques Barrot, ha dichiarato concluso il processo di consultazioni sulla futura politica europea per i porti, svoltosi nell'ultimo anno, ed ha annunciato che nel prossimo ottobre - probabilmente nel giorno 17, decimo anniversario della pubblicazione del Libro Verde sui porti - Bruxelles presenterà le conclusioni tratte da questo processo ed illustrerà una serie di proposte (
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1' giugno 2007). Intanto però - rileva l'ANAVE - c'è già un'idea piuttosto concreta riguardo verso quale direzione andranno tali proposte: secondo l'associazione è meglio «non farsi illusioni» e la "visione" che la Commissione intende presentare consisterà in «una lista di impegni già noti e in alcuni casi contraddittori».
L'ANAVE ritiene che le misure preannunciate da Barrot abbiano un unico significato: «la Commissione - secondo l'associazione - preferisce evitare un nuovo confronto con il Parlamento europeo, così tenta di produrre una serie di direttive indicative sull'applicazione in campo portuale delle direttive sull'ambiente e sull'uso dei fondi pubblici per le infrastrutture portuali».
Secondo gli armatori spagnoli, inoltre, anche il documento sulle autostrade del mare, che la Commissione intende rendere noto alla fine del 2007, «dirà poco».
Sul lavoro portuale - rileva l'associazione - il commissario europeo si è dichiarato a favore di un dialogo sociale tra i sindacati e le imprese, mentre Barrot non si è neppure pronunciato in merito ai servizi tecnico-nautici. In merito a questi ultimi - precisa l'ANAVE - i servizi della Commissione, in un documento di lavoro, hanno sostenuto che ciò che si evince dalle consultazioni è che «la maggioranza si ritiene soddisfatta di tali servizi», affermazione che - sottolinea l'associazione - non include l'European Community Shipowners' Associations (ECSA), che invece ha evidenziato la necessità di migliorare notevolmente il rapporto prezzo-prestazioni dei servizi considerato che - dato il rilevante costo economico e gli ostacoli di carattere ambientale che si frappongono all'ampliamento delle installazioni portuali - dovrebbe essere data priorità massima al conseguimento di una maggiore produttività delle infrastrutture portuali esistenti.