Il governo italiano si è impegnato a rispettare la scadenza del prossimo 20 luglio per presentare alla Commissione Europea il dossier relativo alla Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione, per poter così accedere al finanziamento dell'UE (circa un miliardo di euro) destinato alla realizzazione dell'opera.
Tuttavia non c'è ancora un tracciato definitivo: «il tavolo - si legge in una nota dell'esecutivo - ha condiviso la proposta del governo di attribuire all'Osservatorio (l'osservatorio tecnico creato dal precedente governo, ndr) il compito di definire gli elementi guida per configurare una proposta progettuale da condividere con gli amministratori delle varie parti del territorio interessate».
Questo è il risultato della riunione del tavolo politico sulla Torino-Lione svoltasi ieri sera a Palazzo Chigi alla quale hanno partecipato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, altri esponenti del governo, i rappresentanti delle autorità locali piemontesi e della Valle di Susa e quelli delle Ferrovie dello Stato.
La discussione ha portato all'eliminazione dal tracciato dell'uscita del tunnel di base a Venaus e a prevedere l'ampliamento, fino al triplo, della capacità della linea ferroviaria esistente.
Un risultato a dire il vero sconcertante: un mese per ridefinire un progetto determinante per lo sviluppo dell'economia italiana. Ovviamente è un obiettivo impossibile da raggiungere. Ma - come sempre - c'è chi fa finta di crederci.
Insomma avevamo sotto il naso l'uovo di colombo: potenziare la linea ferroviaria esistente. Fantastico. Come mai la brillante soluzione non è venuta in mente nei mesi scorsi (all'attuale governo) e negli anni scorsi (ai precedenti governi)? Come al solito c'è puzza di bruciato. La speranza è che a Bruxelles non si mettano a fare gli schizzinosi.
Bruno Bellio