- Stamani Confindustria Genova ha presentato un'indagine sul rapporto tra i cittadini genovesi e il porto del capoluogo ligure basata su un sondaggio realizzato su un campione di 600 persone nell'ambito di un progetto commissionato dall'associazione degli industriali, elaborato dalle agenzie Chiappe Revello e Ace & Flanaghan e sviluppato dal professor Maurizio Ferrini, sociologo, docente universitario ed esperto di ricerche quantitative e qualitative.
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- Si tratta - ha spiegato il presidente degli industriali genovesi, Marco Bisagno - del primo step di una campagna di comunicazione e di analisi conoscitiva sull'argomento.
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- Bisagno e Ferrini hanno sottolineato come l'indagine riveli che il porto è visto dall'86% dei cittadini interpellati quale elemento cardine per la crescita dell'economia cittadina e, come tale, debba essere potenziato. Solo un terzo della popolazione preferirebbe che le attività portuali venissero allontanate da casa propria , e solamente un quinto si dichiara assolutamente d'accordo con lo spostamento di tali attività lontano dalla città.
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- A margine della presentazione del progetto Marco Bisagno, che è presidente della società cantieristica T. Mariotti, ha commentato con favore l'ipotesi di quotazione in Borsa del gruppo navalmeccanico Fincantieri. «In un paese civile - ha detto il presidente di Confindustria Genova - le risorse si devono reperire dove si devono reperire e questo è un progetto corretto».
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SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI
Il porto è la principale fonte di ricchezza e lavoro per la città di Genova. Le attività portuali devono essere potenziate
- Per Genova l'attività del porto corrisponde alle industrie per Milano o per Torino. Le autorità dovrebbero sostenere il porto di Genova come sostengono le industrie di Milano e Torino
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78,7% |
- D'accordo ma con qualche riserva
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12,2% |
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1,5% |
- Nel porto lavorano molte aziende. Lei ha la sensazione che, in genere, queste si impegnino e prendano provvedimenti per rispettare l'ambiente e contenere i livelli di inquinamento?
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7,5% |
- Si impegnano ma potrebbero fare di più
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24,0% |
- Forse si impegnano ma c'è molto inquinamento
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11,7% |
- Si impegnano poco e c'è molto inquinamento
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24,3% ' |
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32,5% |
- Rumori
- Non rappresenta un problema
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83,2% |
- Si avverte ma non è problema grave
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8,0% |
- Si avverte ed è problema grave
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8,8% |
Polveri inquinanti
- Non rappresenta un problema
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64,8% |
- Si avverte ma non è problema grave
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9,7% |
- Si avverte ed è problema grave
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25,5% |
Smog e rumori per i movimenti di mezzi da e verso il porto
- Non rappresenta un problema
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69,3% |
- Si avverte ma non è problema grave
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10,3% |
- Si avverte ed è problema grave
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20,0% |
- Tutte le attività del porto vengono mantenute, ma rimodernate e ristrutturate. Questo comporta aumento di occupazione.
Media complessiva di gradimento: |
8,5 |
- Tutte le attività industriali del porto vengono progressivamente trasferite altrove e tutte le aree del porto vengono destinate ad attività turistiche. Questo comporta diminuzione di occupazione.
Media complessiva di gradimento: |
4,2
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- Tutto resta come adesso, salvo i normali lavori di manutenzione ed adeguamento. I livelli di occupazione restano stabili.
Media complessiva di gradimento: |
5,4
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- Vengono ristrutturate ed ampliate le attività industriali ma vengono trasferite altrove le attività relative alla movimentazione passeggeri. I livelli di occupazione restano stabili.
Media complessiva di gradimento: |
4,7
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- Le attività del porto sono inquinanti e sono troppo vicine alle abitazioni. Devono essere spostate più lontano dalla città
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19,7% |
- D'accordo ma con qualche riserva
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14,3% |
- Né d'accordo né in disaccordo
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30,5% |
- Più in disaccordo che d'accordo
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12,7% |
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22,8% |
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Genova: città, cittadini, porto
Note di commento sui risultati dell'indagine quantitativa realizzata da C.R.A
- Origine e presupposti dell'indagine
- Il porto e le attività che in esso si svolgono rappresentano una componente basilare della vita di Genova, tanto che la stessa storia documentata della città è indissolubilmente legata, dalle più lontane origini, al suo ruolo di punto di connessione, fisico e simbolico, tra mare ed entroterra.
- Se nessuno disconosce la storia ed i suoi valori, nel recente periodo si registrano moti di insofferenza nei confronti del porto, genericamente inteso come presenza troppo ingombrante, rumorosa, polluente o specificamente accusato di essere la causa di fattori di insalubrità, anche di grave portata.
- Di fronte all'incertezza sul fatto che queste insofferenze siano l'espressione di minoranze capaci di ampi accessi ai media locali o siano realmente una rappresentazione degli stati d'animo della maggioranza della comunità, Confindustria Genova ha avvertito l'esigenza di una verifica di merito sulla base oggettiva di un sondaggio demoscopico.
- Il lavoro svolto
- In base al progetto elaborato dall'équipe di CRA ed approvato dal gruppo dirigente di Confindustria Genova, si è predisposto un piano di 600 interviste, in modo da consultare un campione rappresentativo della popolazione della città di Genova.
- Le interviste sono state realizzate tra il 4 ed il 14 Maggio 2007.
- Il piano di interviste prevedeva di costruire una sufficiente base campionaria su quattro aree cittadine normalmente considerate “critiche” riguardo ai temi della compatibilità tra attività :portuali ed esigenze di salubrità per aree ad elevata concentrazione di residenza civile.
- La quattro aree critiche, definite a tavolino, erano: “Foce”, “Porto Antico”, “Sampierdarena”, “Pegli/Voltri”.
- Il piano di campionamento prevedeva anche una verifica, a titolo di sub-campione di controllo, sui residenti in aree non fisicamente “prossime” alle zone del porto ed alle relative attività.
- I risultati più significativi
- La realtà degli stati d'animo veniva verificata attraverso varie formule. Nelle note che seguono cerchiamo di offrire una lettura sintetica ed organica del complesso dei risultati che emergono dall'analisi degli spogli dei protocolli di intervista.
- L'analisi rispetta la sequenza degli argomenti toccati dal formulario di intervista (necessariamente un formulario standard).
- 1. Percezioni e stati d'animo generali
- Il primo test era la raccolta delle reazioni a frasi stimolo.
- “Il porto è la principale fonte di ricchezza e di lavoro per la città di Genova. Le attività portuali devono essere potenziate”
- La frase era intenzionalmente forzata sul piano della provocazione e tendeva a far emergere gli eventuali atteggiamenti nettamente negativi nel confronti del porto. Questa negatività totale di fatto è emersa, ma in proporzioni contenutissime: è attorno al 6%.
- Accettando questo risultato come definitivo, questa è la quota di coloro che sono talmente ostili al porto da rifiutare anche l'ipotesi di investimenti tesi al potenziamento. Questo 6% si divide più o meno paritariamente tra cittadini del tutto negativi e cittadini fondamentalmente contrari al potenziamento ma con qualche riserva.
- “Per Genova l'attività del porto corrisponde alle industrie per Milano o per Torino. Le autorità dovrebbero sostenere il porto di Genova come sostengono le industrie di Milano e Torino”
- Messa in questi termini la questione mette d'accordo veramente tutti: solo poco più del 2% del campione non rinuncia ad un atteggiamento del tutto negativo.
- “Le attività del porto sono inquinanti e sono troppo vicine alle abitazioni. Devono essere spostate più lontano dalla città”
- Contrariamente alle prime due domande, che erano create in modo da porgere un argomento facile per coloro che non erano granché negativi nei confronti del porto e far evidenziare di conseguenza la quota di coloro che sono intimamente e radicalmente ostili alle attività del porto, questa frase era costruita per porgere a tutti i “non simpatizzanti” il modo di manifestare le proprie diffidenze o ostilità. Emerge un risultato molto interessante, visto che, posta la questione in questi termini, viene alla luce un 20% circa di cittadini che sarebbero decisamente favorevoli allo spostamento di parte delle attività portuali ed un altro 14% che sarebbe sempre favorevole ma con qualche riserva.
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- In sintesi, il test delle frasi stimolo porta ad evidenziare l'esistenza di circa un terzo di popolazione che evidentemente preferirebbe allontanare da casa propria le attività portuali, anche se, all'interno di questo terzo, coloro che sarebbero favorevoli alla rimozione del porto del porto ad ogni costo sono una ridottissima minoranza.
- Molto interessante l'analisi differenziale per zone: l'atteggiamento favorevole allo spostamento delle attività sale al 46% del campione restringendo l'osservazione alla zona di Pegli. In questa zona, che evidentemente è quella che maggiormente “soffre”, troviamo comunque un 27% di cittadini che sostanzialmente non sarebbero d'accordo con ipotesi di spostamento. Il restante 26%, per differenza, mantiene un atteggiamento equidistante, o per incapacità di assumere una risoluzione o perché quella è la loro oggettiva posizione mentale.
- Nelle risposte a tutte le frasi stimolo troviamo un elemento di grande interesse in relazione alla piena coerenza delle distribuzioni: manifestano più elevate quote di atteggiamenti ostili coloro che vivono in zone notoriamente interessate da fenomeni di problematicità ambientale, quote meno elevate i residenti in zone meno problematiche ed ancora meno elevate i residenti in zone lontano dalla costa. Operando con criteri analitici differenti, queste manifestazioni di ostilità incrementano se i differenziali si calcolano in relazione alle fasce di distanza tra porto ed abitazioni.
- Da sottolineare che comunque rispetto alle distribuzioni calcolate sul valore medio cittadino i differenziali zona su zona o fascia di distanza su fascia di distanza presentano comunque differenziali contenuti, Si sarebbe quindi portati a ritenere che le distribuzioni riferite alla media cittadina descrivono effettivamente un quadro di posizioni mentali intermedie, dalle quali i sotto gruppi di popolazioni si differenziano (ma, sottolineiamo, moderatamente) in corrispondenza di elementi oggettivi che le rendono più esposte ai problemi di convivenza.
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- 2. I singoli fattori che cagionano difficoltà di convivenza tra cittadini e porto
- Un ulteriore test cercava di identificare, all'interno del quadro di eventuali difficoltà di convivenza con le attività portuali, quali fossero gli effettivi fattori provocanti disagio.
- Cerchiamo di descrivere quest'area di risultati evidenziando le risposte relative ai singoli fattori.
- Rumori
- Pare trattarsi di un problema che tocca quote decisamente minoritarie (ma non irrisorie) delle cittadinanza. Mediamente circa il 9% delle popolazione genovese vive questo problema in termini consistenti ed un altro 8% lo avverte ma non in misura grave. Questa quota di sofferenti sale molto nella già evidenziata zona critica di Pegli, dove troviamo che un 17,4% delle famiglie avverte il problema rumori come problema “grave”. Interessante osservare che il problema rumore per gli abitanti della zona Foce, pur essendo una delle zone di prossimità al porto, è inferiore che per gli abitanti delle zone geograficamente distanti.
- Fumi e cattivi odori
- Problema avvertito in maniera marcata dal 15% delle famiglie genovesi, Si sale al 25% nella zona di Pegli.
- Guardando all'altra “metà del bicchiere” non è senza significato che 7 famiglie genovesi su 10 non avvertano alcun problema fumi. 6 su 10 nella zona Pegli.
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- Polveri inquinanti (percepite come provenienti dalle attività del porto)
- Statisticamente è il problema più avvertito. Tocca in maniera considerata pesante oltre una famiglia su quattro come media cittadina. In questo caso la zona di Pegli non è la più “colpita”. Infatti il problema polveri è avvertito di più a Sampierdarena e soprattutto nella zona del Porto Antico, dove si arriva al 40% di famiglie che affermano uno stato di gravità sotto questo profilo. Ricordiamo che per quanto riguarda le altre materie di criticità, la zona Porto Antico aveva espresso indici di presenza dei problemi più o meno analoghi a quelli delle zone lontane dal porto.
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- Smog e rumori per i movimenti di mezzi che vanno e vengono dal porto
- In questo caso l'area di Pegli torna ad essere quella che manifesta i maggiori indici di sensibilità al problema. A quanto pare “soffre” il 35% delle famiglie di questa zona, contro un indice del 20% come media cittadina. Il problema, per la sua natura oggettiva, interessa tutta la città. Anche nelle zone lontane dalla linea di costa troviamo un 14% di famiglie che patiscono il traffico da e per il porto ed un altro 11% che avverte il problema anche se non in misura tale da costituire forme di gravità.
- 3. La percezione del come e del quanto i cittadini avvertono che i loro disagi sono oggetto di considerazione
- Abbiamo cercato di verificare due dimensioni percettive: la sensazione che le aziende operanti nel porto abbiamo un impegno per il contenimento della ricadute polluenti della loro attività e la percezione della correttezza nel trattare queste problematiche da parte dei media locali.
- In entrambe i casi risultano quadri molto articolati di atteggiamenti, per cui troviamo quote consistenti di cittadini che ritengono che i problemi siano correttamente valutati e che si esprimano buoni livelli di impegno per il contenimento dei fattori di disagio e quote (oggettivamente ancor più consistenti) di cittadini che si sentono non considerati e non tutelati.
- Si tratta di risultati da assumere con un certo senso critico. È evidente che può esistere un moto spontaneo per cui riesce naturale, a chi avverte un problema ambientale, lamentare un insufficiente impegno da parte del mondo industriale, da parte delle pubbliche autorità, da parte dei mezzi di informazione. Possiamo comunque dire che il quadro di atteggiamenti che emerge lascia intravedere una comunità decisamente matura e dotata di un apprezzabile distacco critico.
- 4. Le fonti dell'informazione
- Stando ai risultati della nostra indagine, la popolazione genovese risulta molto ben attrezzata sul piano dell'apertura alle fonti di informazione. Il 54% segue quotidianamente l'informazione sui giornali, oltre ad un altro 24% “abbastanza spesso” e quasi il 90% ha una continuità di informazione attraverso i media elettronici a livello locale. È possibile che questi dati, come in genere si verifica quando si pongono domande di questi tipo ad una popolazione indifferenziata, specie se cittadina, siano un po' sovrastimati. Resta il fatto che la popolazione genovese può ritenersi una comunità decisamente ben informata, molto sensibile al ruolo ed agli effetti dei media. Decisamente più indifferente (in relazione ad altre realtà locali) alle comunicazione “bocca a bocca”, ma questo rotto sommato è coerente con gli stereotipi sociologici
- della genovesità.
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- 5. Il momento della verità: decidere le sorti del porto
- Anche questo test veniva proposto nella forma di frasi stimolo. In questo caso gli intervistati erano richiesti di esprimere il loro consenso con un voto, da 1 a 10.
- Le frasi tendevano a presentare situazioni limite, per provocare nette prese di posizione da parte degli intervistati.
- “Tutte le attività del porto vengono mantenute, ma rimodernate e ristrutturate. Questo comporta aumento di occupazione”
- Questa espressione trova un consenso molto ampio, tanto è vero che ottiene un voto medio altissimo: 8,5 su 10 come media cittadina, con scarti molto contenuti tra le varie zone della città.
- “Tutte le attività industriali del porto vengono progressivamente trasferite altrove e tutte le aree del porto vengono destinate ad attività turistiche (porto turistico, balneazione, movimentazione passeggeri, traghetti, crociere, ecc.). Questo comporta diminuzione di occupazione”
- Questa espressione trova invece un forte contrasto: la media complessiva esprime una decisa insufficienza: 4,2. Interessante il fatto che, data la specifica formulazione della domanda, i meno contrari siano risultati gli abitanti della zona Porto Antico. Che comunque esprimono, essi pure, una decisa contrarietà.
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- “Tutto resta come adesso, salvo i normali lavori di manutenzione ed adeguamento. I livelli di occupazione restano stabili”
- Anche su questa espressione troviamo espressioni di consenso/dissenso molto coerenti e decisamente analoghe tra l'una e l'altra zona. Il giudizio generale è al di sotto della sufficienza. L'ipotesi non piace ma non è nemmeno del tutto deprecabile.
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- Una sintesi “in corso d'opera”
- Il quadro complessivo dei risultati appare di grande coerenza e chiarezza.
- Abbiamo trovato una ampia e marcata aspettativa di veder realizzati interventi tesi al contenimento dei fattori di disturbo e/o di insalubrità, ma quel che è chiaro è il fatto che questo contenimento dovrebbe accompagnarsi ad iniziative di valorizzazione delle attività portuali, che sono universalmente giudicate come componente irrinunciabile dell'economia cittadina.
- Le ipotesi di rimozione delle attività del porto trovano consenso solo presso quote minimali della cittadinanza intervistata.
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