- Assoferr, l'Associazione Operatori Ferroviari e Intermodali, teme per il futuro del trasporto combinato e di quello multimodale.
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- L'associazione ha rilevato come perduri il blocco nell’erogazione dei contributi relativi all’art. 38 della legge 166/2002, che prevede incentivi all'intermodalità e al trasporto di merci pericolose già acquisiti dagli operatori ma mai completamente percepiti, e come regni un'assoluta incertezza circa il futuro e sulla estensione alla multimodalità di incentivi al trasporto combinato e contributi alla costruzione dei mezzi.
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- Inoltre - secondo Assoferr - nel piano industriale del gruppo Ferrovie dello Stato (FS), non ancora definito nella sua completezza, «già si percepisce l’assenza, se non per piccoli e marginali aspetti, di una qualunque futuro ruolo per gli attuali storici operatori del trasporto ferroviario, sia esso combinato che convenzionale, che - ha sottolineato l'associazione - rischiano di subire una netta marginalizzazione sul mercato».
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- Assoferr giudica pure smisurato l'aumento da 6,33 a 250,00 euro per contenitore del nulla osta sanitario per l’importazione dei prodotti alimentari, un incremento che - ha osservato - «taglia fuori, di fatto, tutta la portualità italiana e l’annessa logistica organizzata sullo scambio modale mare-terra».
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- Infine, il taglio delle spese dei ministeri annunciato dal ministro dell’Economia, «oltre a ridurre, giustamente, sprechi e inefficienze - ha proseguito l'associazione - rischia di coinvolgere strutture e capitolati di spesa necessari allo sviluppo del sistema ferroviario liberalizzato».
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- Assoferr ritiene quindi che «questi ed altri elementi, che il mercato percepisce, siano di assoluta negatività per il futuro e mettano a serio rischio quanto già investito dai privati nello scambio modale e nella ferrovia, ma, soprattutto, scoraggino investimenti e programmazioni future lasciando il mercato in balia di forme selvagge di trasporto tutto strada soprattutto ad opera di autotrasportatori dell’est europeo con grandi deficit di professionalità e sicurezza».
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- «Il ruolo e le responsabilità del governo e del parlamento - ha concluso l'associazione - sono pesanti. Contiamo in una vera inversione di tendenza per non vederci costretti ad assistere con impotenza al continuo declino del mercato ferroviario».
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