- Nel corso della convention sull'economia del mare svoltasi venerdì scorso a Trieste, organizzata dall'ACBGroup, gli International Propeller Clubs della costa adriatica, rispondendo all'invito del vice ministro ai Trasporti, Cesare De Piccoli, che nel suo intervento ha espressamente richiesto il contributo di tutti per sviluppare e rendere così più competitivo il “cluster” marittimo nazionale, hanno consegnato al rappresentante del governo un promemoria nel quale si ribadisce la massima disponibilità dei Clubs nel contribuire, attraverso le federazioni di categoria, al dibattito parlamentare in corso sul riordinamento della legge 84/94 nell'individuazione dei punti critici del nostro sistema trasportistico.
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- «In particolare - ha spiegato il presidente dell'International Propeller Club Port of Venice, Massimo Bernardo - abbiamo ricordato all'onorevole De Piccoli come sia necessario rilanciare il sistema logistico italiano con interventi strutturali (soft) ed infrastrutturali (hard). Gli interventi strutturali riguardano l'adeguamento normativo alle migliori prassi europee per evitare che norme vecchie e inadeguate carichino di costi la filiera dei trasporti e, parallelamente, sensibilizzare il Consiglio dei ministri perché adotti i regolamenti di attuazione per rendere operativo il disposto previsto dall'articolo 8 comma 3 lettera f della legge 84/94: si tratta del potere di coordinamento svolto dal presidente dell'Autorità Portuale nei confronti delle altre pubbliche amministrazioni, sinora troppo timidamente utilizzato anche perché non ne è stata definita la portata. Il presidente dell'Autorità Portuale, come espressione diretta del ministro dei Trasporti, deve poter coordinare l'assetto organizzativo del porto non solo limitatamente alle operazioni in capo ai soggetti privati in regime autorizzatorio o concessorio, ma anche in relazione all'attività degli altri uffici pubblici, che possono creare disfunzioni nel sistema».
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- Sul fronte della sicurezza, problema che dopo l'11 settembre 2001 è divenuto di vitale importanza e che ha imposto di incrementare il livello della security portuale, si è fatto presente come gli Stati, da soli, non riescono a garantire un controllo efficace atteso l'enorme flusso di merci movimentate e richiedono pertanto interventi significativi nell'infrastrutturare la sicurezza dei porti ai privati, anche sulla base delle nuove direttive comunitarie. In questo contesto la richiesta degli imprenditori è la defiscalizzazione delle spese sostenute nel settore della security.
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