- Nel corso del primo meeting di apertura dell’anno sociale dell’International Propeller Club Port of Venice, che è stato occasione di un incontro con una folta delegazione del Corpo Consolare della regione del Veneto ed è stato incentrato sul rilancio della portualità adriatica nei mercati internazionali, è stata proposta la candidatura di Venezia ad ospitare l’Antenna Europea per il Mediterraneo Orientale per attuare quel ruolo di “regia” tra attori pubblici e privati , comunitari e partner del Mediterraneo, finalizzata a realizzare in concreto la “Politica Europea di Vicinato”.
-
- In particolare è stato sottolineato come l’internazionalizzazione del Porto di Venezia possa essere legata alla nuova programmazione comunitaria degli aiuti esterni 2007-2013 inserendo lo scalo lagunare nei finanziamenti comunitari diretti ai Paesi dell’area mediterranea per la realizzazione di nuove infrastrutture con particolare riguardo al settore dei trasporti. «Il nostro obiettivo - ha detto il presidente del Propeller, Massimo Bernardo - è quello di far recuperare, a chi di competenza, il tempo perduto! Gli imprenditori del mare e del trasporto, nostri associati, non possono continuare ad assistere in sordina né alla penosa lista delle occasioni perdute, con traffici che per mille ragioni potrebbero, da Venezia, essere dirottati in altri porti, né continuare a discutere sui possibili fantasmagorici scenari del dopo Mose, proprio quando porti a noi vicinissimi, faccio l’esempio di Trieste, sono oggetto di attenzione di grandi investitori che vanno da importantissime multinazionali estere a cordate di investitori nazionali e, in particolare, proprio di veneti disposti, tutti, a dirottare sul porto giuliano ingenti capitali per risanare aree fronte banchina oggi degradate ma che domani potranno divenire gli elementi forti di una vera e propria grande leadership del porto di Trieste nel Mediterraneo orientale».
-
- «Il Propeller Club di Venezia, dopo un anno di attento monitoraggio, ma anche di concrete proposte per rilanciare la portualità adriatica - ha concluso Bernardo - non può e non deve risultare assente nel grande dibattito già avviato sul futuro di questa nostra portualità. Qui si tratta di mettere insieme una nuova grande “task force”, fatta di culture, di esperienze ma anche dei singoli ruoli che noi tutti abbiamo in quella società civile impegnata al massimo a far crescere il nostro sistema Paese. Allora cominciamo proprio dal mare, dai suoi porti e dalle reti infrastrutturali materiali ed immateriali, ma anche da quanto l’Europa ci mette oggi a disposizione per poter crescere».
|