- Il Gruppo Giovani Riuniti (GGR), costituito dai gruppi dei giovani delle principali associazioni imprenditoriali genovesi, ha costituito un gruppo di lavoro per partecipare attivamente ai progetti di sviluppo della città.
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- Uno degli obiettivi principali del nuovo gruppo è lo sviluppo del porto, confermato come una delle principali risorse economiche di Genova e che - secondo i giovani imprenditori - deve essere gestito da un'Autorità Portuale alla quale dovrebbe essere garantita autonomia finanziaria, ma che dovrebbe essere trasformata in società di diritto privato rimanendo comunque a proprietà pubblica con quote di proprietà suddivise tra Stato ed enti locali. Il Gruppo Giovani Riuniti ritiene che il ruolo istituzionale dell’Autorità Portuale nello sviluppo del porto debba rimanere tale e non sia opportuna la creazione di nuove autorità sovraordinate o parallele.
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- Di seguito pubblichiamo il “manifesto programmatico” presentato oggi dai gruppi dei giovani imprenditori.
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- GENOVA 2015
GENOVA PROTAGONISTA DEL SUO FUTURO-
- CONTRIBUTO DEI GRUPPI GIOVANI DELLA CITTÀ
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- I Gruppi Giovani delle associazioni di categoria più significative di Genova hanno formato un gruppo di lavoro con l’obiettivo di partecipare attivamente al disegno del futuro della città.
- Intendiamo affrontare i principali temi di sviluppo presentando proposte unitarie e condivise con lo scopo di essere efficienti ed efficaci nel perseguire gli obiettivi e agevolando i processi decisionali che troppo spesso si allungano proprio per mancanza di sintesi.
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- Il porto di Genova è una delle principali anime economiche della città.
- Vogliamo un porto che cresca nei suoi traffici e che in futuro possa ancora avere una posizione di rilievo negli scenari internazionali, concordiamo quindi con la visione del porto da “10 milioni di contenitori”, da interpretarsi più che come numero in sé come linee di tendenza di uno sviluppo significativo a cui bisogna tendere. Tale risultato sarà raggiungibile solo allargando il bacino di riferimento del porto in un’ottica maggiormente europea ed anche specializzandosi su mercati emergenti quali la Cina, l’India e la sponda sud del Mediterraneo.
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- Riteniamo che il porto di Genova non possa e non deva abdicare al ruolo che gli compete di leadership nazionale e mediterranea per una posizione di porto regionale come tanti altri. Lo sviluppo del porto deve quindi essere ambizioso e non deve scendere a compromessi, e questo a garanzia dello sviluppo di tutto il nord-ovest.
- Lo sviluppo del porto non è e non deve essere visto in antitesi con lo sviluppo industriale e turistico della città (come Valencia e Barcellona ci dimostrano); se ci sono aree di incompatibilità con la città è bene evidenziarle subito ed in maniera chiara per trovare nuove e diverse soluzioni.
- Il percorso di programmazione deve partire dalla definizione e condivisione del modello di sviluppo del porto (crescita in quali settori? con che ruolo? con che volumi?), passando quindi per una revisione e definizione del modello operativo e organizzativo (che per raggiungere i risultati posti, dovranno essere necessariamente differenti da quelli attuali) e, di conseguenza, la definizione delle relazioni / necessità sulle altre infrastrutture per una programmazione coordinata (sviluppo ferroviario, accessibilità, terzo valico e “bruco”).
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- Sempre in relazione al modello di sviluppo del porto, condividiamo la possibilità di una maggiore integrazione con il porto di Savona. Tale percorso deve essere aperto da subito iniziando a lavorare insieme su progetti specifici e concreti (es: nella logistica e nella distribuzione ferroviaria, in relazione al tema dei retroporti, del marketing e della promozione, nei sistemi organizzativi dell’Autorità portuale) al fine di procedere successivamente ad integrazioni più strutturate ed istituzionali.
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- Non attendiamo quindi complicate riforme o creazioni di nuovi soggetti: iniziamo dal basso con fatti concreti.
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- Stessa concretezza che fin da subito dovrà dimostrare il nuovo presidente dell’Autorità portuale (intanto per sfruttare le opportunità di finanziamento della legge n. 296 del 2006 che sosterrà progetti a partire dal 2009 e che prevedano incrementi di traffici….)
- Viste le contrapposizioni e i problemi vissuti in questo ultimo periodo, in termini di metodo auspichiamo una forte convergenza e unitarietà di tutte le istituzioni e con gli operatori sui temi legati allo sviluppo del porto già a partire dalla definizione, appunto, del nuovo presidente (anche al fine di evitare rischiose scelte imposte dal Governo centrale, tema per altro ripreso esplicitamente del Ministro nel corso dell’incontro pubblico). Non possiamo permetterci di sbagliare.
- ll nuovo presidente dovrà essere selezionato secondo un criterio di merito e dovrà avere un profilo coerente con il disegno di sviluppo complessivo del porto ipotizzato; la sua forza dovrà basarsi sulle sue competenze tecniche necessarie per far fronte ai complessi problemi che pone la portualità genovese, piuttosto che per una sua appartenenza a gruppi di potere.
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- I due ambiti di capacità richiesti - da una parte visione, leadership, mediazione e concertazione, gestione del consenso, conoscenza meccanismi della politica e, dall’altra, capacità manageriali, efficacia organizzativa e operativa - possono anche essere articolati, rispettivamente, sulle due figure del presidente e del segretario generale, posto che le due persone siano in perfetta simbiosi. Insieme dovranno lavorare a ridare credibilità e ruolo alla struttura dell’Autorità Portuale.
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- La Politica, dopo aver fatto la nomina, dovrà fare un passo indietro garantendo le attività di indirizzo e controllo attraverso gli organi a questi preposti, ma lasciando autonomia nella attività di gestione per la costruzione del nuovo sviluppo del porto.
- Dal punto di vista degli assetti istituzionali e normativi in relazione all’Autorità portuale, riteniamo che lo sviluppo dell’autonomia finanziaria (da inserire all’interno della legge finanziaria per il 2008, obiettivo che deve essere perseguito con il massimo impegno da tutte le istituzioni locali e dagli altri gruppi di pressione), debba essere nel medio periodo supportata e integrata a livello istituzionale da un diverso modello.
- A tale riguardo abbiamo da tempo presentato alcune proposte concrete e sostanziate identificate a partire da un raffronto con la portualità europea, tra cui - in aggiunta ai temi già in discussione a livello nazionale - la trasformazione in società di diritto privato delle Autorità portuali (con un accesso, quindi, di tipo diverso alla finanza per la realizzazione delle nuove infrastrutture, vedi quotazione in borsa di una parte del porto di Amburgo), rimanendo comunque a proprietà pubblica con quote di proprietà suddivise tra Stato ed Enti locali (secondo rapporti da definire variabili in funzioni della tipologia del porto ed anche nel tempo). Tale proposta deve essere considerata come un modello a cui tendere, da tenere in considerazione nel corso delle revisioni legislative che nei prossimi anni interesseranno il settore.
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- Riteniamo che il ruolo istituzionale dell’Autorità portuale nello sviluppo del porto debba rimanere tale, e non sia opportuna la creazione di nuove autorità sovraordinate o parallele. Sarebbe invece sicuramente auspicabile, con lo scopo di accelerare i tempi di una nuova fase di sviluppo, un forte supporto della Regione attraverso una Legge Regionale che vada a sostenere la crescita dei porti liguri tenendo conto delle peculiarità della situazione genovese e regionale.
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- Come già anticipato, la crescita del porto deve essere sostenibile e compatibile con lo sviluppo della città, il che significa progettare infrastrutture portuali tenendo presente anche delle esigenze dei cittadini (magari cedendo ad essi parte di aree di nuova realizzazione) e vuol dire spingere radicalmente l’inoltro delle merci via ferrovia.
- In questo, il terzo valico è infrastruttura prioritaria per tutto il nord-ovest e, nell’ambito del Corridoio 24, per la stessa Unione Europea. In quanto infrastruttura prioritaria nazionale la decisione ed il controllo dei tempi e dell’efficacia nella sua realizzazione competono prevalentemente allo Stato e in questo ambito il progetto deve essere portato avanti.
- Riteniamo doveroso appoggiare ogni iniziativa volta a dare avvio nel tempo più rapido possibile alla realizzazione del terzo valico, purché si definiscano tempi e responsabilità. In questo quadro riteniamo quindi opportuno concentrare la disponibilità delle risorse su questa opera.
- Riteniamo inoltre necessario e opportuno, garantire supporto politico e tempi certi negli iter di approvazione di eventuali progetti privati volti a incrementare e migliorare la capacità di smaltimento delle merci anche attraverso sistemi e tecnologie innovative (es.: “bruco”).
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- Oltre alle attività di programmazione e sviluppo nel medio e lungo periodo si chiede alle Pubbliche Amministrazioni anche concretezza realizzativa nelle azioni di breve che non devono essere dimenticate: fatti non parole. In particolare, tra le altre azioni:
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- completa realizzazione del piano regolatore portuale vigente,
- riorganizzazione ferroviaria del nodo di Genova e efficientamento - per quanto possibile - delle linee ferroviarie esistenti,
- riordino della ferrovia all’interno del porto e avvio di una diversa organizzazione in relazione alle manovre ferroviarie,
- avvio della realizzazione delle gronde di levante e ponente e razionalizzazione delle accessibilità stradali al porto,
- lo sviluppo di un nuovo/diverso polo per le "autostrade del mare", necessarie in considerazione della inadeguatezza delle infrastrutture e dell’impossibilità di effettuare nuovi grandi opere nel breve,
- rilancio dei traffici dell’aeroporto nella sua attuale configurazione attraverso la privatizzazione della gestione con un contratto di servizio vincolato a obiettivi di quantità e qualità dei traffici prefissati e concordati con gli stakeholders della città.
- Se non saremo in grado di garantire e sostenere lo sviluppo nei prossimi 3 - 4 anni con l’effettiva realizzazione di interventi di questo tipo, sarà vano programmare un diverso sviluppo a 10 - 15 anni.
- Riteniamo che qualsiasi scelta venga presa, questa dovrà avere tempi di realizzazione definiti e nomi e cognomi dei responsabili per l'attuazione per un successivo controllo e valutazione.
- Da parte nostra siamo pronti con il nostro impegno ed entusiasmo ad affiancare chi dimostrasse il coraggio di assumere decisioni forti indirizzate a un ripensamento del futuro.
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- Genova,
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- Il Gruppo Giovani Riuniti (GGR)
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- Aderenti:
- Gruppo Giovani dell’Industria, Genova
- Gruppo Giovani Agenti e Mediatori Marittimi
- Gruppo Giovani Spedizionieri
- Unione Giovani Dottori Commercialisti
- Gruppo Giovani Avvocati
- Gruppo Giovani ANCE Liguria
- Gruppo Giovani ANCE Genova
- Gruppo Giovani ALCE
- Prospettiva Genova
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