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Tutta la Genova che conta all'esame dei pretendenti al trono di Palazzo San Giorgio, l'unica poltrona in grado di muovere l'economia della città
Mario Margini, Paolo Costa e Luigi Merlo hanno presentato la loro candidatura alla presidenza dell'Autorità Portuale
14 dicembre 2007
Se il nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Genova potesse essere designato per acclamazione, oggi l'attuale assessore ai Trasporti della Regione Liguria, Luigi Merlo, sarebbe l'unico candidato ad occupare la poltrona su cui attualmente siede il numero uno di Palazzo San Giorgio, Giovanni Novi.
La platea che stamani gremiva la Sala delle Compere della storica sede dell'ente portuale, formata in prevalenza da operatori del porto e del trasporto - cioè dal cuore economico del capoluogo ligure - e dai massimi rappresentanti delle istituzioni locali, ha tributato un lungo applauso all'intervento di Merlo, l'ultimo dei tre candidati alla presidenza della port authority genovese presentatisi alla città nel corso dell'incontro pubblico dal titolo “Governare il porto: idee a confronto” voluto dal presidente dell'ente regionale ligure, Claudio Burlando.
È stata, quella appena trascorsa, la mattinata delle pacche sulle spalle, degli abbracci sinceri e meno sinceri scambiati tra i protagonisti, i comprimari e le comparse che usualmente affollano appuntamenti di questa importanza. Questa, infatti, è una di quelle occasioni nelle quali si iniziano ad intessere improbabili amicizie o si fa finta di sanare insanabili dissapori in nome dello sviluppo e dalla prosperità della comunità. Un confronto voluto e difeso da Burlando, che ne ha sottolineato la trasparenza.
Singolare è stata senz'altro la scelta di esaminare le candidature alla guida dell'Autorità Portuale in casa dell'attuale presidente dell'ente. Come parlare di corda in casa dell'impiccato, anche se Novi ha deciso di essere rimasto appeso alla fune abbastanza e, prima di non riuscire più a respirare, nel suo discorso di commiato non ha lesinato accuse assimilabili alle picconate del più scaltro ex presidente Cossiga. «Auguro al mio successore - ha detto Novi - di non essere, come è avvenuto alla mia struttura ed al sottoscritto, bersaglio di ingiustificati e violenti attacchi per più di tre anni, per aver svolto il proprio dovere ed aver tolto alcuni privilegi che non avevano ragione di essere». Ed ancora: «devo esprimere la mia indignazione nei confronti delle due aziende che nonostante lavorino da decenni nel nostro porto non hanno avuto scrupolo di inoltrare al TAR ricorsi, risultati poi fasulli, che hanno arrecato un danno enorme al nostro porto».
Novi ha acceso le polveri, ma lo spettacolo non è stato pirotecnico. Un incontro di questo tipo è inevitabilmente condizionato dalla qualità dell'arte oratoria dei candidati. Concreta quella di Mario Margini, attuale assessore comunale genovese alle Politiche per il lavoro, proposto alla presidenza dell'ente portuale dalla Camera di Commercio. Nella sua sorniona introduzione Luigi Merlo, contrassegnando con titoli di canzoni gli interventi dei tre candidati, ha scelto “Genova per noi” di Paolo Conte quale motivo rappresentativo della «passione» che ha caratterizzato l'intervento di Margini. D'altronde per fare la lap-dance bisogna avere un fisico statuario e Margini sa di non essere in perfetta forma; ha quindi deciso di puntare sui contenuti: «abbiamo tutti - ha esordito - una consapevolezza precisa: che il porto è l'anima della città ed è uno dei cardini dello sviluppo del Paese». Compito della nuova direzione dell'ente portuale è - secondo l'assessore comunale - «dare autorevolezza e capacità gestionale all'Autorità Portuale lasciando alle spalle la litigiosità» e rimediare a questioni irrisolte quali l'assegnazione della gestione del terminal Multipurpose, la gestione delle manovre ferroviarie e la realizzazione di un autoparco. Inoltre, in ambito nazionale, Margini ritiene che Genova debba «rivendicare un maggior ruolo nel processo di revisione della legge di riforma portuale e in Assoporti».
Merlo ha scelto la meno seriosa “Sono un ragazzo fortunato” di Jovanotti per definire l'ottimismo e la dinamicità che ha caratterizzato l'intervento dell'eurodeputato Paolo Costa, la cui candidatura è stata avanzata dal Comune di Genova. Più aduso alle passerelle, il veneziano Costa sapeva di dover conquistare una platea tradizionalmente ostile all'intromissione di “foresti” nelle “cose genovesi”. «Il vero motivo per cui sono qui - ha spiegato - è che riflettendo mi sono reso conto che nei prossimi anni è qui che l'Italia si giocherà il proprio ruolo marittimo e portuale». Secondo l'europarlamentare, l'anno positivo che il porto di Genova si appresta a chiudere può rappresentare l'inizio di un periodo favorevole di crescita che Costa ha onestamente ammesso di ambire a vivere da protagonista.
Per definire il proprio intervento Merlo, candidato espresso dalla Provincia di Genova, si è riservato la nuova canzone di Ligabue “Niente paura”, quasi a rassicurare la platea e dire: «vedrete, ce la faremo». D'altronde Merlo sapeva di giocare in casa, con il tifo a favore, e all'inizio della stagione si lascia sempre intravvedere la possibilità di una promozione o di uno scudetto. Lui non ha promesso nulla, se non il proprio impegno. È bastato perché l'uditorio lo acclamasse presidente.
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