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Scambio di accuse governo-sindacato sulla crisi di Malta Shipyards
Per l'esecutivo è causata dalla scarsa produttività, secondo i rappresentanti dei lavoratori dalle decisioni errate del management
8 maggio 2008
Il governo maltese ha lanciato un nuovo allarme per la preoccupante situazione finanziaria in cui versa il cantiere di riparazioni navali Malta Shipyards ed ha accusato il sindacato General Workers' Union (GWU) di aver contribuito a determinare tale situazione avendo sottovalutato lo scarso livello di produttività dei lavoratori dello stabilimento. Accusa che è stata rispedita al mittente dall'organizzazione sindacale, che ha precisato di non essere stata messa a conoscenza della situazione finanziaria del cantiere e che a sua volta ha accusato il management dell'azienda navalmeccanica per aver acquisito un contratto di conversione su basi economiche svantaggiose per Malta Shipyards. Tale contratto - secondo GWU - potrebbe determinare un passivo di 20 milioni di lire maltesi (70 milioni di dollari). Tale previsione è stata definita «superficiale» dal ministero delle Infrastrutture, trasporti e comunicazioni della Valletta, secondo il quale l'esito economicamente negativo del contratto in primo luogo non ha la rilevante consistenza quantificata dal sindacato ed è da addebitarsi alla diminuzione del livello di produttività del cantiere ed alla necessità di rifare parte del lavoro di conversione in quanto non corrispondente alle richieste del committente. Inoltre - secondo il dicastero - il sindacato è stato regolarmente informato circa la situazione finanziaria di Malta Shipyards.
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