- Federmar-Cisal accusa la Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) di sollecitare la vendita della Tirrenia a vantaggio dell'armamento privato. Secondo il sindacato, «l'insistenza con la quale in queste ultime settimane la Confitarma si scaglia contro il management del gruppo Tirrenia nasconde in realtà il disegno neanche tanto recondito di pervenire in tempi brevi ad una vendita della flotta pubblica a tutto vantaggio di qualche armatore privato».
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- Federmar-Cisal ha sottolineato che, «secondo Confitarma, infatti, l'operazione di privatizzazione dovrebbe riguardare la sola Tirrenia con il suo patrimonio di navi e di attività remunerative, lasciando a carico dello Stato, ossia delle Regioni, i servizi dovuti con le isole minori effettuati economicamente in perdita».
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- Il sindacato ritiene inoltre che «la denuncia sostenuta dalla Confitarma nei confronti del gruppo Tirrenia di condurre una concorrenza sleale verso gli altri vettori del comparto si dimostra, inoltre, alquanto debole e strumentale poiché, valutando la situazione esistente nei collegamenti con le isole, non sembra che le aziende private che vi stanno operando abbiano molto da lamentarsi circa i passeggeri e le merci trasportate nonché per i profitti».
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- Federmar-Cisal ha quindi espresso scetticismo circa le dichiarazioni del presidente della Confitarma, Nicola Coccia, sulla volontà di mantenere l'occupazione dei dipendenti del gruppo Tirrenia, in particolare dei marittimi, «perché - ha spiegato il sindacato - appaiono un palese tentativo di voler addormentare i sindacati sui risvolti di carattere sociale della privatizzazione. Tali affermazioni, infatti, contrastano decisamente con i comportamenti seguiti dall'armamento privato dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, dall'attuazione cioè del cosiddetto provvedimento sul bare-boat all'istituzione del Registro Internazionale, comportamenti mirati unicamente a smantellare la Continuità del Rapporto di Lavoro e ad imbarcare i lavoratori extracomunitari al posto dei marittimi italiani».
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- «Le aziende del gruppo Tirrenia - ha concluso Federmar-Cisal - impiegano 3.200 dipendenti, di cui 2.750 marittimi con equipaggi formati solamente da lavoratori italiani, contrariamente a quanto avviene nelle imprese dell'armamento privato: è un patrimonio che per questo sindacato dev'essere salvaguardato non con le parole, ma con i fatti».
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