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La Corte Suprema USA ha ridotto da 2,5 miliardi a 500 milioni di dollari il risarcimento che Exxon dovrà versare per l'inquinamento causato dall'affondamento della Exxon Valdez
È stato deciso che il risarcimento deve essere uguale al danno realmente causato
26 giugno 2008
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ridotto ad un quinto la cifra che il gruppo petrolifero Exxon dovrà risarcire per i danni causati dall'affondamento della petroliera Exxon Valdez, avvenuto il 24 marzo 1989 nelle acque dell'Alaska, diminuendola da due 2,5 miliardi di dollari a 500 milioni di dollari.
L'incidente aveva provocato lo sversamento di circa 11 milioni di galloni di greggio e l'inquinamento di oltre 1.200 miglia di costa, causando quello che è considerato il più grave inquinamento avvenuto negli Stati Uniti.
La sentenza della Corte Suprema è stata adottata dai giudici con cinque voti a favore e tre contrari, mentre un magistrato non ha votato in quanto detentore di azioni del gruppo petrolifero Exxon (ora diventato ExxonMobil Corporation).
Nel 1994 un tribunale dell'Alaska aveva deciso che il gruppo Exxon avrebbe dovuto versare risarcimenti per complessivi cinque miliardi di dollari, cifra che successivamente era stata ridotta a 4,5 miliardi di dollari e poi decurtata ulteriormente in appello a 2,5 miliardi di dollari.
L'ammontare del risarcimento - come si legge nella sentenza emessa ieri dalla Corte Suprema - è stato stabilito sulla base del calcolo della Corte Distrettuale, che aveva valutato i danni 507,5 milioni di dollari, mentre è stata ridotta ad un quinto la cifra dei risarcimenti stabilita dalla Corte d'appello a favore dei circa 32.000 pescatori e abitanti dell'Alaska danneggiati dall'inquinamento. Secondo la Corte Suprema, infatti, il risarcimento richiesto alla Exxon è eccessivo in riferimento al diritto marittimo, mentre - in circostanze come questa - dovrebbe essere limitato ad un importo uguale all'entità dei danni.
Commentando la sentenza, il presidente e amministratore delegato della ExxonMobil Corporation, Rex W. Tillerson, ha ricordato che il gruppo si è assunto immediatamente la responsabilità dell'inquinamento ed ha speso oltre 3,4 miliardi di dollari in risarcimenti, interventi di pulizia, ripristino dell'ambiente e in sanzioni. Il gruppo - ha aggiunto - ha indennizzato oltre 11.000 abitanti e attività commerciali dell'Alaska e nel 1992 l'opera di pulizia è stata dichiarata ultimata dallo Stato dell'Alaska e dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti.
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