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I cantieri navali di Gdynia e Szczecin dovranno essere venduti entro maggio 2009 e gli aiuti di Stato restituiti
Gli acquirenti non saranno obbligati a proseguire l'attività di costruzione navale. Bruxelles chiede la liquidazione delle due società navalmeccaniche, Varsavia è di altro avviso
6 novembre 2008
La Commissione Europea ha comunicato oggi la propria decisione definitiva sugli aiuti di Stato concessi ai cantieri navali polacchi di Gdynia e Szczecin, che - ha annunciato - dovranno essere restituiti. A nulla sono valse le modifiche ai piani di ristrutturazione degli stabilimenti navalmeccanici apportate recentemente dal governo di Varsavia e la notizia della bocciatura della Commissione giungerà inattesa in Polonia, dove si erano diffuse voci di un accordo che avrebbe consentito di evitare il rimborso degli aiuti.
Invece Bruxelles ha confermato che tali aiuti «hanno determinato distorsioni eccessive della concorrenza all'interno del Mercato Unico, in violazione delle norme del trattato CE in materia di aiuti di Stato, e devono essere restituiti». Si tratta di 1,4 miliardi di euro ricevuti dal cantiere di Gdynia e di 735 milioni di euro incassati dallo stabilimento di Szczecin.
La Commissione Europea ha precisato di aver approvato il piano presentato dal governo polacco per vendere tali attività cantieristiche attraverso una procedura di gara aperta, trasparente, non discriminatoria e non condizionata, e di aver stabilito che la cessione dovrà essere completata entro la fine del maggio 2009. Bruxelles ha aggiunto che, nel corso di tale procedura, gli aiuti di Stato dovranno essere recuperati e successivamente le due società navalmeccaniche di Gdynia e Szczecin dovranno essere poste in liquidazione. «Di conseguenza - ha sottolineato Bruxelles - le società che acquisiranno tali attività non saranno tenute a rimborsare gli aiuti illegali anche se decideranno di proseguire l'attività di costruzione navale».
La Commissione ha spiegato che, come iniziativa per aiutare i lavoratori che dovessero essere licenziati, offrirà assistenza per l'attuazione di misure di accompagnamento nell'ambito dei programmi UE in vigore (Fondo sociale europeo oppure Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione). Bruxelles ha precisato che, tra le condizioni poste nella procedura di gara - come concordato con il governo polacco - non potrà figurare il trasferimento automatico dei dipendenti alla nuova entità economica.
Inoltre la Commissione ha sottolineato che, con una lettera inviata oggi dal commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes, al governo polacco, quest'ultimo è stato rassicurato circa il fatto che, se tali condizioni saranno soddisfatte, la vendita non verrà considerata come un nuovo aiuto nei confronti degli acquirenti delle attività cantieristiche e che gli assets potranno essere trasferiti agli acquirenti liberi da qualsiasi obbligo circa il rimborso degli aiuti di Stato illegali.
«Ho fiducia - ha detto da parte sua Neelie Kroes - che questa soluzione consentirà di massimizzare le opportunità di vedere la continuazione di un'attività economica autosufficiente in questi siti storici, e con buone prospettive di posti di lavoro sostenibili, e nel contempo porrà fine alla sproporzionata distorsione della concorrenza causata dai rilevanti aiuti ricevuti da questi cantieri negli ultimi anni. Questa soluzione è stata resa possibile grazie alla collaborazione molto positiva che abbiamo avuto con il governo polacco nel corso delle ultime settimane». «Posso immaginare - ha aggiunto - che gli acquirenti di tali attività potrebbero volersi impegnare nella costruzione navale in tali siti e ciò non sarebbe un problema per la Commissione, perché non ci sarebbero nuovi aiuti e l'acquisto avverrebbe ad un prezzo di mercato. E se coloro che acquisiranno tali assets vorranno perseguire altre attività economiche che non siano quelle di costruzione navale dovranno poterlo fare. Ciò che importa maggiormente è la rottura con il passato, la realizzazione di attività economiche autosufficienti in questi siti e posti di lavoro sostenibili».
Da Varsavia il ministro del Tesoro, Aleksander Grad, ha detto che «è intenzione del governo polacco prendere provvedimenti al fine di rendere possibile il mantenimento del potenziale nazionale di costruzione navale a Szczecin e Gdynia, cosa che è nell'interesse economico della Polonia e dell'Unione Europea». «Le soluzioni elaborate dal governo polacco - ha proseguito - potrebbero consentire agli acquirenti delle attività di mantenere la loro capacità produttiva e di continuare la produzione navale con l'utilizzo degli assets di entrambi i cantieri senza la necessità di avviare procedure fallimentari».
L'esecutivo di Varsavia sembra quindi contrario all'ipotesi della liquidazione. «Il governo polacco - ha confermato Grad - ha scelto il percorso che porta alla privatizzazione delle attività di costruzione navale attraverso la ristrutturazione degli assets, senza la necessità di un loro fallimento o di una liquidazione. A tale scopo sono stati sviluppati strumenti giuridici appropriati che consentano l'attuazione di tutto il programma in modo controllato e sicuro. Intenzione del governo è la predisposizione di un processo tale che permetta di garantire gli interessi dei creditori dei cantieri navali per quanto riguarda i proventi derivanti dalla vendita degli assets degli stabilimenti in un modo che non sia peggiore di quello a loro disposizione nell'ambito delle normative in vigore». «Il progetto di legge speciale che è stato elaborato - ha precisato il ministro - sarà immediatamente inviato per le consultazioni con la Commissione Europea».
In merito ai posti di lavori nei due stabilimenti Grad ha dichiarato che «i lavoratori verranno trasferiti da società che non hanno generato profitti per anni a nuove entità private che non saranno gravate da vecchi debiti e da precedenti aiuti di Stato».
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