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SeaFrance programma il taglio di 650 posti di lavoro, pena il fallimento
Presentato un piano di salvataggio che - ha sottolineato il management - «costituisce l'ultima speranza di salvare SeaFrance»
17 febbraio 2009
Oggi, a conclusione di una riunione straordinaria del direttivo di SeaFrance, l'esecutivo della compagnia di navigazione francese, che opera il servizio traghetto Calais-Dover, ha presentato un piano per il salvataggio della società, che versa in gravi difficoltà economiche e finanziarie. Obiettivo del programma di ristrutturazione è di riportare l'azienda all'equilibrio economico nel 2010 e di avviare il rilancio nel 2011.
«In considerazione dell'attuale situazione di crisi e del forte degrado del mercato - ha sottolineato SeaFrance - questo progetto di piano include delle misure difficili, in particolare per l'occupazione, ma costituisce l'ultima speranza di salvare SeaFrance».
Il piano, che dovrà essere discusso con i sindacati, prevede infatti il taglio di 650 posti di lavoro tra il personale navigante e quello a terra.
L'esecutivo di SeaFrance ha evidenziato come la compagnia si trovi di fronte a una situazione senza precedenti e, in particolare, al crollo del proprio mercato: «storicamente - ha ricordato il direttivo - SeaFrance detiene il 20% del mercato del trasporto merci, che ha accusato una flessione del 20%. Il gennaio 2009 ha confermato tale tendenza, con un calo del 23% rispetto al gennaio 2008 che per l'intero anno rappresenta 800.000 camion in meno per il mercato. L'impatto di questa drastica diminuzione su SeaFrance è stato attenuato dalla parziale chiusura del tunnel sotto la Manica e il suo ritorno alla piena capacità si tradurrà in una diminuzione del traffico per la compagnia».
Il management di SeaFrance ha sottolineato come a tale crollo dell'attività si sommino le «condizioni di estrema difficoltà finanziaria della compagnia, che ha perso 20 milioni di euro nel 2008 e che, dallo scorso ottobre, ogni mese perde circa tre milioni di euro. Inoltre - ha precisato il direttivo - dall'agosto il cash flow è negativo e da allora continua a deteriorarsi, cosa che è avvenuta anche nel gennaio 2009».
«Questa situazione - ha concluso il management - non è più sostenibile nel contesto della crisi, che si annuncia duratura. Attendere una ipotetica rapida ripresa economica senza agire sarebbe irresponsabile e condannerebbe la società al fallimento».
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