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Seaarland, la decisione di porre la petroliera Lia sotto la protezione di navi militari si è rivelata decisiva
La nave è scampata all'assalto di pirati nel Golfo di Aden
27 febbraio 2009
Oggi la società Seaarland Shipping Management di Amsterdam ha confermato che la petroliera Lia, di bandiera liberiana, che è gestita commercialmente dalla società e con management tecnico della società Motia Compagnia di Navigazione di Venezia, è sfuggita ad un attacco dei pirati nel Golfo di Aden grazie all'intervento all'intervento delle navi militari della forza Eunavfor che operano a protezione dei traffici nel Golfo.
Seaarland ha reso noto che tutto l'equipaggio, composto da 26 persone tutte di nazionalità indiana, è rimasto indenne e che la nave sta ora procedendo per completare il viaggio con un carico di nafta, imbarcato ad Amsterdam e Limassol, destinato alla Cina.
La società ha precisato la dinamica della vicenda: secondo le istruzioni impartite dalla Seaarland, la nave era arrivata nel punto di incontro con altre navi in attesa di procedere in convoglio con la scorta delle navi delle marine militari presenti nell'area, quando un ufficiale da bordo della Lia ha individuato sul radar alcuni mezzi che procedevano a grande velocità verso la nave. Il comandante della Lia ha ravvisato gli estremi di pericolo di un attacco di pirati ed ha richiesto la protezione di una nave militare cinese. L'immediato intervento degli elicotteri ha sventato l'attacco dei pirati che si sono allontanati.
«Noi alla Seaarland ed i nostri manager della Motia - ha sottolineato Antonio Zacchello, managing director della Seaarland Shipping Management - abbiamo preso le misure più opportune per proteggere i nostri equipaggi da possibili attacchi pirati. In questo caso la nostra decisione di metterci sotto la protezione di navi militari si è rivelata decisiva. Il nostro ringraziamento va alle autorità militari che sono prontamente intervenute. Riteniamo che tali azioni devono essere continuate per eliminare completamente il rischio di pirateria in quell'area così vitale per i traffici marittimi internazionali». «Sappiamo - ha aggiunto - che le misure che abbiamo adottato comportano maggiori costi e qualche ritardo per noi e per i nostri noleggiatori, ma noi lavoriamo con partner su contratti a lungo termine, e sappiamo che loro comprendono che noi abbiamo l'obbligo di proteggere i nostri equipaggi e le nostre navi, oltre che i loro carichi. Fintanto che la comunità internazionale non avrà preso iniziative per eliminare la minaccia della pirateria, la cosa più sicura che possiamo fare è quella di stare fuori da quell'area a rischio o procedere in convogli con scorte militari».
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